"Non ho scelto il male né il bene, Ma attraverso e al di sopra del male, ho scelto la poesia" C. Baudelaire.



sabato 16 luglio 2011

Razzi (Fusées) qualche pensiero sull'amore...

Dopo la morte di Charles Baudelaire, sua madre regalò a Charles Asselineau un gruppo di appunti sparsi, che  l'autore non aveva pensato per la pubblicazione. Questi li passò all'editore di sempre del poeta, cioè Poulet-Malassis che li divise in due gruppi: fusées (Razzi) e Mon coeur mis à nu (Il mio cuore messo a nudo) e furono pubblicati fra 1880 e 1886, per poi essere riportati nelle "Opere postume" curate da Eugène Crépet, il quale fa risalire la stesura di "Razzi" agli anni 1855-1862 e quella di "il mio cuore messo a nudo" agli anni 1859-1866.  
La somma dei due testi viene chiamata "Diari intimi", ma il titolo non è minimamente dovuto a Baudelaire.
Mi pare interessante, oltre allo studio delle poesie, riportare in questo blog a lui dedicato, anche alcuni estratti di quest'opera.

Camille Claudel -Sakountala 1888-1905

RAZZI *
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* Giovanni Raboni sottolinea che il titolo Fusées, è ispirato a Baudelaire dalla lettura di un passo di Marginalia di E.A. Poe. (opera quasi sconosciuta di Poe che qui non narra le sue storie macabre, non redige saggi, né scrive poesie. Qui si mette a nudo, come Baudelaire, e scrive di getto, senza costruire né inventare. Qui troviamo l'intimità dell'uomo prma ancora che dello scrittore)

Amore:
Amore è gusto della prostituzione. Non c'è, anzi piacere nobile che non possa essere ricondotto alla prostituzione.
In uno spettacolo, in un ballo ognuno gode di tutti.
Cos'è l'arte? Prostituzione.
Il piacere di trovarsi tra la folla è un'espressione misteriosa del godimento della moltiplicazione del numero. Tutto è numero. Il numero è tutto. Il numero è l'individuo. L'ebbrezza è un numero.

Il gusto della concentrazione produttiva deve deve sostituire, in un uomo maturo, il gusto della dispersione.
L'amore può derivare da un sentimento generoso: il gusto della prostituzione; ma viene presto corrotto dal gusto della proprietà.
L'amore vuole uscire da sé, confondersi con la sua vittima, come il vincitore col vinto, eppure conserva privilegi da conquistatore.
La voluttà di chi mantiene una donna hanno in sé a un tempo qualcosa dell'angelo e del proprietario. Carità e ferocia. Sono perfino indipendenti dal sesso, dalla bellezza, dal genere animale.
Le tenebre verdi nelle sere umide della bella stagione.
Profondità immensa di pensiero nelle locuzioni volgari, buche fatte da generazioni di formiche.
Aneddoto del cacciatore, sul nesso intimo fra la ferocia e l'amore.

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Credo di aver già scritto nelle mie note che l'amore somiglia molto a una tortura o un'operazione chirurgica. Ma quest'idea può essere sviluppata nella maniera più amara. Anche se i due amanti sono innamoratissimi e colmi di desideri reciproci, uno dei due sarà sempre più calmo o meno ossessionato dall'altro. Uno dei due è chirurgo o il carnefice, l'altro il paziente, la vittima. Sentite quei sospiri, preludio di una tragedia di disonore, quei gemiti, quelle grida, quei rantoli? Chi non li ha emessi, chi non li ha irresistibilmente estorti? E che cosa trovate di peggio nella tortura applicata da carnefici raffinati? Quegli occhi stravolti, da sonnambula, quelle membra in cui i muscoli si gonfiano e s'irrigidiscono come sotto l'azione di una pila galvanica, l'ebrezza, il delirio, l'oppio nei loro più furiosi effetti, non vi daranno certo così spaventosi, così singolari esempi.
E il volto umano che OVIDIO credeva fatto a riflettere gli astri, ecco non ha più un'espressione di ferocia folle, ovvero si distende in una specie di morte. Perché crederei certo di commettere un sacrilegio usando per questa specie di decomposizione la parola "Estasi".
- Giuoco spaventoso in cui bisogna che uno dei giocatori perda dominio di sé! 
Un giorno fu domandato in mia presenza in che consista il più grande piacere dell'amore... 
...
Per conto mio dico che l'unica e suprema voluttà per l'amore sta nella certezza di fare il male. E l'uomo e la donna sanno fin dalla nascita che il male è fonte d' ogni voluttà. 



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