"Non ho scelto il male né il bene, Ma attraverso e al di sopra del male, ho scelto la poesia" C. Baudelaire.



lunedì 9 gennaio 2012

Élévation

Terza poesia (in tutte le edizioni dei Fiori) della prima sezione: "Spleen et idéal", viene pubblicata la prima volta nel “Journal d’Alençon” il 17 maggio 1857.


La foto l'ho scattata io, in un giorno di quasi inverno, l'anno scorso.
Il testo sembra fare eco, soprattutto nella prima strofa, a una poesia giovanile, chiamata in principio “Incompatibilité e pubblicata nel 1872 in: “Charles Baudelaire. Souvenirs –Correspondances”, scritto da Charles Cousin, compagno di liceo.
Pichois, il critico, ha però dimostrato che quel titolo, Baudelaire l’aveva usato per scrivere una parodia su un compagno di liceo, quindi oggi la poesia è catalogata, senza titolo come la prima delle: “Poesie giovanili”. Scritta in occasione di un viaggio sui Pirenei, parla di un lago, come Lamartine nella più celebre fra le sue Méditations poétiques: “Le lac” -1820- svariati sono, ovviamente, i distinguo.

Massimo Colesanti ricorda che nel 1861, Baudelaire scrive il saggio: “Wagner e Tannhäuser a Parigi” in cui riprende e spiega molte delle sensazioni descritte in questa poesia.
Jardin du Luxembourg. Paris. 2009. Un uomo malvestito riposa su una sedia.
Quando l'ho visto ci ho visto il poeta (rischiando l'infarto!)
Sono cosciente che un Dandy non vestirebbe mai così
eppure è innegabile, mi sembra, la somiglianza dell'... idea?
La solitudine del poeta, il suo isolamento...
in sintesi... un momento di Spleen
...in una poesia ricolma di idéal!
Il tema trattato in questi versi è ancora una volta quello della condizione del poeta, e della sua poetica, (Come ho già detto altrove, dalla poesia I alla XXI, Baudelaire affronta sotto ogni punto di vista,  il tema della dualità dell’artista, fra spleen e idéal)
Preceduta da:
- Bénédiction , che è fra spleen e idéal, cioè fra le maledizioni di madre e compagna e la benedizione del poeta a se stesso.
- L’albatros, che è all’insegna dello spleen.

Élévation è invece una poesia all’insegna dell’ idéal. Il poeta, come l’uccello, sembra capace d’innalzarsi in spazi puri-luminosi- sereni
Albatros ed élévation hanno entrambe a che vedere con  un uccello (allegoria del poeta e della sua condizione)

L'allodola.
Da: http://www.freeforumzone.leonardo.it/
= Un Albatros, vittima della gratuita violenza umana che l’imprigiona e lo ferisce.
Ps: Tutta la poesia, a partire dal titolo è dedicata all'animale, salvo poi scoprire, nell'ultima quartina, l'allegoria che lo trasforma nel poeta stesso)
= Un’Allodola , in questo caso, l'animale compare solo nel vs 17 “Comme des alouettes”. Nei versi precedenti tutto sembra evocare l'idea di un volatile, ma il soggetto è "Mon esprit", quindi l'animo del poeta, che vola libero e felice, lontano da tutti, e letteralmente capace di "Elevazione", cioè di vedere le cose dall'alto. 
La cosa mi fa pensare ad altri autori: Per esempio: 
  •  Victor Hugo, in un capitolo di "Nostra signora di Parigi" dal titolo "A volo d'uccello", che è una panoramica sulla vecchia Parigi vista dall'alto -1831
  • Penso anche alla  poesia di P. B. Shelley “To the skylark”: “All’allodola” del 1820 (l’anno delle “Méditations poétiques” di Lamartine e relativo successo). Nella poesia del poeta inglese, l’uccello è metafora della pura espressione poetica. Simile nello spirito a “Nithinghale” di Keats, ma l’usignolo è un animale notturno, mentre l’allodola annuncia il giorno, dunque simbolo la gioia. (Sebbene, in “Giulietta e Romeo” di Shakespeare, il suo canto, proprio perché annuncia il giorno, combacia con la dolorosa separazione fra i giovani a manti, assumendo una connotazione negativa, o per lo meno, nostalgica.)

Foto di Margherita Vitagliano.
"I want to be free to move me"
Scelta per la bellezza dell'immagine oltre che per il titolo "a tema".
Il testo:
Élévation   5 quartine di Alessandrini a rime embrassées (ABBA)

1° Strofa:
Au-dessus des étangs, au-dessus des vallées, -A
Des montagnes, des bois, des nuages, des mers, -B
Par delà le soleil, par delà les éthers, -B
Par delà les confins des sphères étoilées, -A

al di là degli stagni, al di sopra delle valli,
delle montagne, dei boschi, delle nuvole, dei mari,
al di là del sole, al di là dell’aria,
al di là dei confini delle sfere stellate

1-4:
La prima strofa della poesia è descrittiva ed accumulativa. Essa mostra una fase di allontanamento progressivo e liberatorio dalla terra, superando anche il firmamento, ma il soggetto che compie tali azioni, lo scopriremo solo nella strofa che segue (Mon esprit: Cioè il Poeta!) .

-Stilisticamente troviamo diverse anafore (Cioè, ripetizioni delle stesse parole: ex: Au dessous … des… par déla…)
Inoltre: Valli e Mari, - che concludono il vs 1 e 2 - sono elementi “terreni”, mentre aria e stelle (fine vs 3-4) sono elementi “celesti”, potremmo dire. Con le rime ABBA, cielo e terra s’intrecciano per due volte. (Valli/Stelle e Mari-Aria, due elementi che hanno in comune il colore azzurro.)

ps: Questa la 1° stofa della poesia di gioventù, oggi senza titolo, ma in principio: “Incompatibilité”
Lassù, lassù, lontano dalla retta via,
dai poderi e dai valloni, oltre le colline,
le foreste ed i tappeti d’erba, e lontano
dagli estremi pascoli battuti dalle greggi

2° Strofa:
Mon esprit, tu te meus avec agilité,
Et, comme un bon nageur qui se pâme dans l'onde,
Tu sillonnes gaiement l'immensité profonde
Avec une indicible et mâle volupté.

Tu, Mio spirito, ti muovi con agilità 
e come un bravo nuotatore che gode tra le onde,
solchi allegramente l'immensità profonda
con un'indicibile e maschia voluttà. 
5-8:
"Mon esprit", è questo il soggetto della poesia.
La metafora della poesia precedente: Poeta/Albatros,trova qui  pieno compimento. Infatti, non un uccello, ma il suo spirito attraversa gli elementi naturali elencati nella prima strofa.

-Abbiamo detto che le poesie dei Fiori, vanno lette anche "trasversalmente", cioè cercando di paragonare termini e situazioni che s'incontrano altrove. In quest'ottica:
In "Bénédiction" (che precede "L'albatros"), egli parla di "Esprit lucide" - vs 55
"Verso il cielo, dove il suo occhio vede uno splendido trono,
il Poeta sereno, leva le braccia al cielo, (come un prete)
e i vasti lampi del suo spirito lucido
gli celano la vista dei popoli furiosi"
Sottolinea Mario Richter che questo è il potere più importante per un poeta.

Inoltre, nel vs 49  della stessa poesia, Baudelaire realizzava già una metafora fra il poeta e un uccello:
"Come un giovane uccellino che trema e palpita...." In questi versi, come in "Albatros", l'animale è vittima di un individuo, non un gruppo di marinai, ma una donna, la sua compagna che sogna di strappare il cuore al suo amante.
[Vs 47/50, di Bénédiction, la compagna del poeta si comporta, almeno nei sogni, come la pappagalla assassina di cui parlerò a breve. "Le mie unghie, come unghie delle arpie,/sapranno aprirsi un varco nel suo cuore!/ Come un giovane uccellino che trema e che palpita/gli strapperò dal petto il cuore rosso"]

Una scena simile sarà attuata in "Salammbò" -1862- di Flaubert, [Romanzo coetaneo de: "I Miserabili" di Victor Hugo , sebbene molto diverso appaia il loro rapporto con la storia e col romanzo storico in generale)]   in cui a un uomo, Matho, è letteralmente strappato il cuore dal petto davanti alla sua amata. In natura (l'ho visto coi miei occhi) il tragico rito avviene a volte fra pappagalli! La donna becca il petto del pappagallo finché non lo uccide. Grottesco ma reale!

"ciao, la femmina -Cocorita- sta picando il maschio e c'è la possibilità che lo faccia anche con i pulli e in questo caso ti dico fin da ora che potrebbe ucciderli...per il problema attuale è necessario che li separi, lei lo fa per stress e perchè il maschio la sta disturbando nella cova...l'unica cosa da fare adesso è separarli e fare ad entrambi un ciclo di vitamine "
(Da un blog dedicato agli animali:.http://www.gattiandco.com/forum/non-solo-gatti/12182-info-su-cova-pappagallini-ondulati-cocorite-2.html)
La parola "Esprit" compare per due volte anche in "Au lecteur":
-" La stoltezza, l'errore, il peccato, l'avarizia/occupano i nostri spiriti e tormentano i nostri corpivs 1-2
-" Sul cuscino del male c'è Satana Trismegisto/Che culla a lungo il nostro spirito incantato"  vs 9-10
nel vs 28 parla invece di "Anima" In sintesi: L'anima debole è il motivo per cui i peggiori crimini si rendono possibili.
Mario Richter nota che nella poesia "Elevazione" Baudelaire non fa uso della parola "Anima", ma solo di "spirito", questo perché il titolo della poesia rimanda, fra le tante cose, ad una dimensione liturgica, a una simbolica ascendenza del cuore dalla terra fin verso Dio, nell'alto dei cieli.
Al poeta però preme dimostrare la preminenza del suo spirito, che indica una facoltà essenzialmente intellettuale-mentale, che ci riporta quindi allo "spirito lucido" di "Benedizione".  Scrive Richter: " Se osserviamo con attenzione, percepiremo facilmente che si tratta di una elevazione del pensiero che si carica di un piacere di tipo sensuale... " Infatti: Gode fra le onde e prova allegria con maschia voluttà.
ps: Colesanti trova che il vs 6 vada associato a "Le vin des amants", ultima della sezione tre: "Le vin", poesia che elogia la libertà assoluta. Essa conclude la sezione dedicata all'ebrezza dei "Paradisi artificiali". Le sezioni che la seguono sono: "Fiori del male", poi "Rivolta" ed infine "La morte", dunque "Le vin des amants" rappresenta  l'ultima situazione in cui si respira solo "idéal" in una poesia dei fiori.
ps: Notare la rima: Agilità-voluttà, e Onda-profonda.


3° strofa:
Envole-toi bien loin de ces miasmes morbides;
Va te purifier dans l'air supérieur,
Et bois, comme une pure et divine liqueur,
Le feu clair qui remplit les espaces limpides.

Vola via lontano da questi miasmi morbosi
Vai a purificarti nell'aria più alta,
e bevi, come un puro e divino liquore,
il fuoco chiaro che riempie gli spazi limpidi.

9-12:
-Si rivolge  al suo spirito, chiedendogli di elevarsi dalla terra, dai miasmi morbidi, che per Colesanti sono un riferimento alla città (e non alla natura che è l'elemento dominante del testo), con le sue esalazioni ammorbanti, concrete e morali. (PS: L'espressione mi ricorda un'altra poesia, ma non mi viene in mente il titolo. Spero di poter provvedere!)
-"Comme" lo troviamo nel vs 6 e nel vs 11, in entrambi i casi le comparazioni non hanno nulla di spirituale, secondo Richter. Il liquore è molto concreto e non può essere spirtualizzato, al massimo di può ricondurre all'ambrosia e al nettare incontrato in "Benedizione"

Le ultime due strofe (4/5)hanno un valore decisivo per capire la natura del tipo di elevazione di cui parla il poeta, secondoRichter.


4° Strofa:
Derrière les ennuis et les vastes chagrins
Qui chargent de leur poids l'existence brumeuse,
Heureux celui qui peut d'une aile vigoureuse
S'élancer vers les champs lumineux et sereins;

Alle spalle la noia e i vasti tormenti,
che caricano col loro peso l'esistenza nebbiosa,
Felice colui che può con un'ala vigorosa
lanciarsi verso i campi luminosi e sereni;

13-16:
Sempre secondo Richter:
Non si tratta di un'evasione o di un sogno, ma: 
  • Si parte DA una realtà terrestre per tornare, attraverso un viaggio che richiede una forza considerevole,
  • A una realtà terrestre: Dall'esistenza (nebbiosa) alla vita, ma sempre in rapporto alla terra!
- "Heureux celui..." del vs 15: è riferito al poeta stesso, quindi al narratore, ancora un po' distante, e la sua forza proviene dal fatto di essere apparso in questo mondo annoiato per un decreto delle potenze supreme ("Benedizione" i primi vs)

-Sull'ennui ("esistenza brumosa") ci ha già parlato sin dal primo poema. Sappiamo bene di che si tratta, e Richter c'invita a ricordare la strofa 7 di "Au lecteur" per evitare un'interpretazione facile, pacifica e dolce, romantica e rassicurante... (La strofa ricorda che se il male attecchisce su di noi, è perché la nostra anima "Hélas" cioè "Purtroppo", non è molto ardita)
-Quanto all'ultimo verso della strofa, quando parla di "Campi luminosi e sereni", Richter li  ricollega all'ultima strofa di "Benedizione":  "Les foyers saint des rayons primitifs" (I fuochi santi dei raggi primitivi vs 74): Essirappresentano la liberazione dai terribili condizionamenti dualisti, dei divieti della cultura esistente, questa "scienza imbrattata d'inchiostro... che ha dimenticato il colore del cielo, la forma dei vegetali, il movimento e l'odore dell'animalità, e le cui dita paralizzate dalla penna, non possono più correre con agilità sull'immensa tastiera dele corrispondenze"
"Exposition universelle" 1855 O.C. II, p. 577
ps: Le ali vigorose (vs 15) fanno eco ai piaceri sensuali della seconda strofa. (vs 6 e 8)

5° Strofa:
Celui dont les pensers, comme des alouettes,
Vers les cieux le matin prennent un libre essor,
- Qui plane sur la vie, et comprend sans effort
Le langage des fleurs et des choses muettes!

Colui i cui pensieri, come delle allodole,
verso il cielo il mattino prendono libero slancio,
- Chi plana sulla via, e comprende senza sforzo
Il linguaggio dei fiori e delle cose mute!

17-20:
Ps: Colesanti introduce il vs 17 e il 19 con l'aggettivo "Felice", ed omette il trattino, (il quale evita la ripetizione di "Celui" ma credo vada riprodotto, perché ha sempre un ruolo importante nelle poesie di Baudelaire, mi sembra preferibile, in generale, tradurre un po' più alla lettera.

-Pensers: vs 17- Termine arcaico, che già nel '600 equivale a "pensée", nel senso anche di "Esprit" o "Imagination" , ma è usato spesso in poesia, anche per motivi metrici.
- Comme des alouettes: E' la terza similitudine della poesia, che inizia quindi col termine di comparazione "Comme": Vs 6: Comme un bon nageur... Vs 11: Comme une pure et divine liqueur, Vs17: Comme des alouettes... cioè le allodole: piccoli uccelli canterini che si svegliano alle prime luci dell'alba e sanno allontanarsi dalle noie e dai fastidi dell'esistenza.
-La vie: vs 19 - rappresenta (richter) la realtà vasta e complessa. E' l'immensa gamma delle "corrispondenze" (la prossima poesia!) che l'esistenza impedisce di conoscere. Per il critico essa può assimilarsi all' INCONNU, in effetti, quest'uomo felice, IL POETA, riuscito a sottrarsi all'esistenza, può planare sula vita, cioè può dominarla e guardarla dall'alto, capace di comprendere spontaneamente e senza sforzo, il linguaggio dei fiori e di tutta le realtà del mondo che si trova al di fuori della lingua esistente e che, di conseguenza, è considerata "Muette" (muta) (Ultimo vs: Il ling. dei fiori e delle cose mute)
-Richter sottolinea l'importanza del trattino, che serve qui ad evidenziare questo sguardo sulla vita (o sull' inconnu) isolandola, appunto, con un trattino.
Libero dal sistema simbolico della creazione esistente, il Poeta si trova nella possibilità di osservare la natura nella sua unità, nella sua "Tenebrosa e profonda unità" (vs 6 "Correspondances"), sull'immensa gamma delle corrispondenze, che saranno il tema della prossima poesia dei Fleurs. Il primo sonetto che troviamo nell'opera, testo famoso e molto commentato, soprattutto per la premessa teorica da cui derivano le sinestesie (ex: Profumo -olfatto- dolce -sapore- o: Sentire -udito- la bellezza -vista- ): Procedimento letterario più caratteristico del SIMBOLISMO, che ha inizio con Baudelaire e la sua poesia.
-Colesanti pensa che il trattino stia ad indicare che la poesia non esprime elevazione di tipo mistico, un'ascesi di estraniamento totale e definitivo dal mondo, ma di evasione, spirituale e sensuale al contempo, che permette, allontanandosi, di comprendere meglio la realtà terrestre dalla quale si prende le distanze. L'elevazione assume per il critico un valore di tipo esistenziale, morale, ma anche poetico ed ermeneutico. 
Come Richter sottolinea che l'ultimo vs della poesia vale già tutto il programma simbolista.  Infine, merito del poeta: Aver rinnovato e vivificato, per il contesto in cui le immette, espressioni ed immagini già da tempo entrate fra i luoghi comuni del romanticismo.





2 commenti:

  1. Risposte
    1. Grazie per la segnalazione. Non mi ero accorta dell'errore. Si "morbosi", secondo Colesanti, ma anche ammorbanti penso vada bene!

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