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Dipinto di Mauro Colombo. "Impura". |
L'albatros è senza dubbio, una delle poesie
più conosciute di Baudelaire, di quelle che si
trovano praticamente su ogni antologia.
Scrive Mario Richter in "Baudelaire,
Fleurs du mal": " Le caractère incontestablement
banal de ce poème quand on le lit isolément (comme on le fait d'habitude) prend
sans aucun doute une signification différente dans le contexte des fleurs" - pag 67 ediz
francese -
"Il carattere incontestabilmente banale di questo poema, quando lo si
legge isolatamente (come si fa di solito) prende senza alcun dubbio un
significato diverso nel contesto dei fiori"
Data la semplicità del testo (pensiero condiviso da molti critici), il
perno della discussione ruota attorno alla data di
realizzazione dell'opera.
- Pubblicata nel febbraio del 1859, in un placard(Inserto) stampato a Honfleur -pochi
esemplari- insieme a "Le
voyage" (che
chiude, dalla 2° edizione, l' epico viaggio dei Fiori),
e consegnato ad alcuni amici (Asselineau, Flaubert, Sainte Beuve,
e Barbey D'Aurevilly)
- Nell'aprile del
'59 è
pubblicata nella "Revue Française", ancora una volta con
"Le voyage".
- Secondo
alcuni amici, la poesia è stata composta durante il viaggio verso
l'India del 1842 (Organizzato dal
patrigno, ansioso di separarlo dall'ambiente bohème che il
ragazzo frequentava, ma la mèta finale non sarà mai raggiunta dal poeta.)
Stando a queste testimonianze, in prossimità dell' isola
Bourbon, Baudelaire assiste ad un episodio
crudo, molto simile a quello narrato: Un gruppo di marinai
cattura un Albatros per divertimento e gli brucia gli occhi con la
pipa. L'autore reagisce con veemenza ed indignazione in difesa
dell'animale.
- Secondo
altri pareri, la
poesia nasce nel 1859. Di certo è
così per la terza strofa, aggiunta a mano su copie di
bozze destinate ad alcuni amici (su suggerimento di Asselineau). E' presumibile che per l'
occasione, egli abbia rivisto il testo modificandolo. Lo dimostra l'uso di
termini come "Gouffre" e "Vaste", molto
più usati durante la maturità. Ricordiamo che nel '59 scrive
anche poesie del calibro di: "Le cygne"
-dedicata a Victor Hugo, esule a Guersenay, nell'anno in
cui Napoleone III gli cosente di tornare in Francia grazie
ad un armistizio, ma "l'immenso vecchio",
come lo chiama Flaubert, rifiuta di rientrare, incarnando così lo spirito
della Repubblica agli occhi dei francesi, e meritandosi la stima, e
anche un po' d'invidia da parte di Baudelaire, genio
incompreso (e in sostanza, è proprio questo il tema della
poesia!). Persino Hugo non sembra cogliere appieno la grande
innovazione nascosta nei versi dell' allora quasi ignoto poeta,
il cui nome era strettamente legato allo scandalo per via del
processo ai fiori. In questo stesso anno "Les sept veillards"
(i sette vecchi), "Le voyage" ( Il viaggio) e altre
poesie di alto livello.
- Visto l'impianto
semplice e simmetrico della poesia -4 quartine di
alessandrini a rime alternate- e data la semplice allegoria
poeta/Albatros, Colesanti sostiene che la poesia
risalga al periodo giovanile e che sia collegabile al suo viaggio in
India. Egli non esclude però, che Baudelaire abbia letto "L'albatros"
di Polydore Bounin, pubblicata
nel 1838 su
"Le sémaphore de Marseille" (Le sue fonti: Guiral e
Pichois).
"Et là, triste victime à grand bruit méprisée,
Des matelots grossiers misérable risée,
Accroupi sur le pont,
Sans pouvoir s’envoler tourmente sa pauvre aile...
L’un prend entre ses doigts son bec pâle qu’il serre,
À moitié l'étouffant,
L’autre de son pied rude ignoblement le pousse..."
"E là, vittima triste disprezzata
con grande scalpore
da marinai villani subisce miserabili
scherni,
Accovacciato (L'albatros) sul ponte,
Senza potersi alzare in volo, tormenta la
sua povera ala...
Uno gli prende il becco smorto
fra le dita e lo serra,
fin quasi a soffocarlo,
L'altro col piede rude, ignobilmente lo
spinge..."
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Gustave Doré. water-snakes. Illustrazione del poema di Coleridge. "Il vecchio marinaio" |
Si parla di un Albatros
anche nella celebre: "The rime of the ancient mariner" di Samuel
Taylor Coleridge, pubblicata nel 1798 come introduzione alle "Lyrical
ballads" di William Wordsworth e dello stesso Coleridge. Troppo lunga per
essere qui riportata, è la storia di un marinaio che uccide un Albatros e per questo è
maledetto, quindi è costretto, di tanto in tanto, a raccontare la sua storia ad
estranei che incontra lungo la via, per liberarsi dal peso della colpa, a mo'
di exempla. Il fine ultimo è infatti un invito ad amare le creature della
natura perché amate da Dio.
Ps: Di questo poema non
ho trovato menzione nelle critiche lette.
All'interno di "Les
fleurs du mal", L'albatros si trova oggi fra "Bénédiction" ed
"élévation":
Nella prima edizione dei
Fiori, la seconda poesia del libro era "Le soleil", che poi è
diventata la seconda poesia della sezione 2: "Tableaux parisien", e
lì assume un significato molto più ricco (in termini di interconnessioni
testuali) che se fosse rimasta dov'era in principio.
Con
"Bénédiction", come sottolinea Mario Richter (che a questa poesia
dedica poco spazio), ha in comune lo "spleen", dunque la sensazione
del poeta isolato e incompreso (vedi vs 31-32 di "Benedizione": in
sintesi: Tutte le persone amate dal poeta, gli mostrano la loro ferocia, come
fanno i marinai con l'animale indifeso)
Rispeto alla seconda
("Elevazione") secondo Colesanti, questa poesia contribuisce a creare
un maggiore stacco in vista dell' "idéal", che è l'altro aspetto
dell'irrisolvibile dualismo (Spleen-idéal), questo perché accentua il senso di "Caduta",
di solitudine e diversità rispetto agli altri, laddove in élévation, il tono
dominante, a partire dal titolo, è "l'idéal".
METRO: 4 quartine di alessandrini a rime alternate.
L'albatros
Strofa
1:
Souvent, pour s'amuser, les hommes d'équipage -A
Prennent
des albatros, vastes oiseaux
des mers, -B
Qui suivent, indolents compagnons de voyage, -A
Le navire glissant sur les gouffres amers. -B
Spesso, per
divertirsi, i marinai-1
Catturano Albatri, grandi uccelli di mare,-2
Che seguono, indolenti compagni di viaggio,-3
La nave che scivola gli abissi marini-4
L'albatro appartiene a una categoria di uccelli marini di grandi
dimensioni, e di tipologie diverse. Le sue ali possono raggiungere, se pienamente
dispiegate, i 4 metri di
larghezza.
1 La prima
strofa inizia con un'aneddoto: "Souvent", cioè "Spesso": termine che enfatizza la crudeltà gratuita dei marinai. Gli albarti invece, "Vasti"
uccelli di mare, seguono la nave come "indolenti" compagni di viaggio
2-4 "Vastes"
e "Gouffres" sono due
termini che ritroveremo
spesso nella poesia di
Baudelaire, soprattutto nelle poesie scritte nel periodo della maturità.
Gouffre (definizione del termine nel
dizionario Zanichelli "Il boch")
s. m.
1 baratro,
voragine (f.): gouffre
béant, baratro spalancato
2 gorgo,
vortice marino
3 (fig.)
abisso: le gouffre du désespoir, l'abisso della disperazione; être au
bord du gouffre, essere sull'orlo
dell'abisso
4 (fig.)
rovina (f.): ce procès
est un gouffre, questo processo è una rovina; cet homme est un gouffre,
quell'uomo
ha le mani bucate
5 (geol.) inghiottitoio
6 (geol.) fossa (f.): gouffre sous-marin, fossa sottomarina.
Strofa
2:
À peine les ont-ils déposés sur les planches, -C
Que ces rois
de l'azur, maladroits et honteux, -D
Laissent piteusement leurs grandes ailes blanches -C
Comme des avirons traîner à côté d'eux. -D
Appena li hanno deposti sulla planca,-5
Questi re
dell'azzurro, vergognosi
e timidi,-6
se ne stanno tristi con le grandi ali bianche-7
penzoloni come remi ai loro fianchi.-8
6: L'azzurro assume in
poesie come quella di Mallarmé ("L'azur"
1864) si sottolinea la "serena
ironia" di un cielo azzurro e vuoto, perché privo di Dio.
Azzurro è in Baudelaire il colore del cielo, ma anche quello
del mare, cioè due dei rarissimi elementi
naturali amati dal poeta (Pensiamo al ruolo della natura propriamente detta per
i poeti romantici! Lamartine dedica un'intera poesia a un lago e
alla natura tutta. Baudelaire al contrario, in poesie come "Rêve
parisien" (Sogno
parigino) (sez. 2, N° 102 )
scrive:
"Le sommeil est plein de miracles!
Par un caprice singulier,
J'avais banni de ces spectacles
Le végétal irrégulier..." [vs 4/8]
Traduzione:
"Il sonno è pieno di miracoli! Per uno strano capriccio, avevo bandito da queste visioni, i vegetali irregolari"
La cosa mi ricorda:
- Huysmans e il celebre "A ritroso" -1884- romanzo decadente, in cui il personaggio Des Essenties è in lotta perenne contro tutto ciò che è naturale, cercando di trasformarlo in artificiale. (Emblematica la tartaruga incastonata di pietre preziose, anche se la complessa operazione "chirurgica" era già stata compiuta nel 1862, quando Flaubert aveva incastonato dei pesci con pietre preziose nel celebre "Salammbò", che secondo Leconte de Lisle, è il più parnassiano fra tutti i romanzi. Anche la descrizione del palazzo di Amilcare ricorda i toni del sogno capriccioso di Baudelaire.)
- Theophile de Gautier, cultore dell'arte parnassiana, al quale il poeta dedica i suoi fiori malaticci -e Flaubert gli dedica "Mme Bovary", nella raccolta "smalti e cammei", frutto di 20 anni di lavoro, una poesia in particolare: "L'art", funge da manifesto di questo tipo di componimento. Si tratta di un testo che, a sua volta, predilige tutto ciò che è innaturale e frutto di duro lavoro. I Camei del titolo per esempio, sono delle figure, generalmente donne di profilo, ricavate dall'intarsio di pietre dure e preziose.
L'azzurro torna anche in altre poesie di Baudelaire. Penso a "Le cygne" (4° poesia della seconda sez) |
vs: 24/28
"Vers le ciel quelquefois, comme l'homme d'Ovide,
vers le ciel ironique et cruellement bleu,
Sur son cou convulsif tendant sa tète avide,
Comme s'il adressait des reproches à Dieu!"
"Verso il cielo, a volte, come l'uomo di Ovidio, verso il cielo ironico e blu, dritto sul collo convulsivo e avido, come se rivolgesse dei rimproveri a Dio!"
La poesia dedicata a Hugo, è indirettamente una critica ai lavori del barone Hausmann, svolti per volere di Napoleone III.
Dice nei vs 7/8 della stessa poesia:
"Le vieux Paris n'est plus (la forme d'une ville/change plus vite, hélas! Que le coeur d'un mortel)" ovvero:
"La vecchia Parigi non esiste più (La forma di una città/cambia più velocemente, haimé! del cuore di un mortale)"
Un punto di vista opposto rispetto alla visione statica ed immutabile che Lamartine ha della natura:
"Ô lac ! rochers muets ! grottes ! forêt obscure!/Vous que le temps épargne ou qu'il peut rajeunir,/Gardez de cette nuit, gardez, belle nature,/Au moins le souvenir !" vs 45/48
"O Lago! Rocce mute! Grotte! Foreste oscure! Voi che il tempo ha risparmiato o che può ringiovanire/ conservate il ricordo di questa notte, conservate, bella natura, almeno il ricordo!"
Strofa 3:
Ce voyageur ailé, comme il est gauche et veule! -E
Strofa 3:
Ce voyageur ailé, comme il est gauche et veule! -E
Lui, naguère si beau, qu'il est comique et laid! -F
L'un agace son bec avec un brûle-gueule, -E
L'autre mime, en boitant, l'infirme qui volait! -F
Com'è buffo e docile questo viaggiatore alato!-9
Lui, poco prima così bello, com'è comico e brutto ora!-10
Uno gli stuzzica il becco con la pipa,-11
L'altro zoppicando, scimmiotta l'infermo che volava!-12
11- Questo tipo di pipa ha una canna molto corta.
Se la prima strofa, iniziando con "Souvent", parla di un fatto abituale e grottesco ma generico, la seconda strofa si sofferma su un caso specifico. Nella terza strofa, aggiunta nel '59, da più forza alla composizione, sottolineando la posizione d'impotenza dell'animale, che nel vs 6 è definito "Re dell'azzurro", nel vs 13 "principe delle nuvole", ma in questa quartina è "Buffo e docile". Un tempo bello e ora brutto, e soprattutto, è vittima della violenza gratuita dei marinai.
Se consideriamo la barca come microcosmo del mondo, i marinai sono il simbolo dell' umanità che tendenzialmente aggredisce ciò che non comprende. Da cui la metafora, ancora sottintesa, col poeta, a sua volta incompreso.
Nell'ultima strofa la metafora si palesa. "Il Poeta è simile al principe delle nuvole"
Strofa 4:
Le Poète est semblable au prince des nuées -G
Qui hante la tempête et se rit de l'archer; -H
Exilé sur le sol au milieu des huées, -G
Ses ailes de géant l'empêchent de marcher. -H
Il Poeta è come il principe delle nubi-13
Che sfida la tempesta e ride dell'arciere;-14
Ma, in esilio, sulla terra, tra gli scherni,-15
Le sue ali da gigante gl'impediscono di camminare.-16
La Maiuscola serve di solito ad allegorizzare il soggetto, e compare spesso nei fiori. Qui è come se l'animale si trasformasse nel poeta, e viceversa. Emblematico il finale: Le sue ali da gigante non gli permettono di volare, perché intrappolate in un ambito troppo stretto.
Dicevamo, una poesia all'insegna dello Spléen. Al contrario "Elévation" volge all'insegna dell' Idéal.
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Appunti. |
The Albatross
Often, to amuse themselves, the men of the crew
Catch those great birds of the seas, the albatrosses,
lazy companions of the voyage, who follow
The ship that slips through bitter gulfs.
Hardly have they put them on the deck,
Than these kings of the skies, awkward and ashamed,
Piteously let their great white wings
Draggle like oars beside them.
This winged traveler, how weak he becomes and slack!
He who of late was so beautiful, how comical and ugly!
Someone teases his beak with a branding iron,
Another mimics, limping, the crippled flyer!
The Poet is like the prince of the clouds,
Haunting the tempest and laughing at the archer;
Exiled on earth amongst the shouting people,
His giant's wings hinder him from walking.
Geoffrey Wagner, Selected Poems of Charles Baudelaire (NY: Grove Press, 1974)
Luisa non sai quanto mi sei d'aiuto con le tue analisi..ti dedico un sentito GRAZIE,grazie di cuore...
RispondiEliminaOgni uno di noi può identificarsi in un poeta incompreso..
Però solo loro sanno dare vita a delle parole vere..e purtroppo al giorno d'nessuno gli eguaglia e nessuno è in grado di resuscitare la parola come facevano loro al loro tempo.
Grazie a te! Mi fa molto piacere sapermi utile a qualcuno attraverso le lettere. Baudelaire è stato ormai talmente sviscerato che di incomprensibile gli è rimasto poco. Bancali di critica da parte di nomi altisonanti sulle sue poesie. Ho letto cose interessanti, e cose noiosissime, chiavi di lettura così intricate e, a volte, manieriste, che viene voglia di pensare che non valga la pena continuare a studiare. Mi pare imperdonabile, perché l’autore non se lo merita visto che era il contrario della noia.
EliminaQuanto a me, cerco di raccontarlo così come lo conosco. Non m’invento nulla, e se avanzo ipotesi specifico che sono mie, perché è giusto farlo.
“Incomprensibile” è ciò che non si conosce. Io credo che per conoscere una poesia devi conoscere chi l’ha scritta, in che anno l’ha scritta, che altro si è scritto in quell’anno, chi c’era al potere, che accadeva nelle altre arti e nei paesi vicini. Incredibile quanto tutto diventi più interessante e vivo. Viceversa, certe analisi da flebo, ci allontanano dall’argomento, per il semplice fatto che perdiamo interesse.
Quello che succede “al giorno d’oggi” non è detto che riusciamo a coglierlo. Ai tempi di Baudelaire c’erano celebrità come Musset, Lamartine, che oggi vengono trattati malino dalla critica. Il tempo permette il distacco ed una visione più lucida. Oggi abbiamo il web, e nella critica che fra un secolo faranno sul duemila, ci saranno belle sorprese. Peccato non esserci per poterle conoscere.
Se t'interessa, ho anche altri blog che trovi cliccando sulle mie info personali. Ciao!
grazie mille per i tuoi post,mi sono veramente utili.Mi stai facendo appassionare a Baudelaire! grazie
RispondiEliminaFrancesca
Grazie a te. Mi fa molto piacere!!
Eliminaveramente delle gran belle analisi! complimenti e grazie mille!!!
RispondiEliminaGrazie Eleonora!
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