"Non ho scelto il male né il bene, Ma attraverso e al di sopra del male, ho scelto la poesia" C. Baudelaire.



domenica 1 settembre 2013

Les phares - I fari



I FARI - Baudelaire (Autoritratti degli artisti citati) 

Rubens, fleuve d'oubli, jardin de la paresse,
Oreiller de chair fraîche où l'on ne peut aimer,
Mais où la vie afflue et s'agite sans cesse,
Comme l'air dans le ciel et la mer dans la mer;

Rubens, fiume d' oblio, giardino d'indolenza, 
cuscino di carne fresca su cui non si può amare, 
ma dove la vita affluisce e si agita senza tregua, 
come l'aria in cielo e il mare nel mare.  
Léonard de Vinci, miroir profond et sombre,
Où des anges charmants, avec un doux souris
Tout chargé de mystère, apparaissent à l'ombre
Des glaciers et des pins qui ferment leur pays;

Leonardo da Vinci, specchio profondo e cupo, 
in cui degli angeli incantevoli, dal dolce sorriso 
carico di mistero, appaiono all'ombra
di pini e ghiacciai che cingono il loro paese! 
Rembrandt, triste hôpital tout rempli de murmures,
Et d'un grand crucifix décoré seulement,
Où la prière en pleurs s'exhale des ordures,
Et d'un rayon d'hiver traversé brusquement;

Rembrandt, triste ospedale pieno di mormorii, 
ed ornato solo di un grande crocifisso, 
dove fra singulti e orrori si eleva una preghiera 
nel raggio invernale che brusco l'attraversa; 
Michel-Ange, lieu vague où l'on voit des Hercules
Se mêler à des Christs, et se lever tout droits
Des fantômes puissants qui dans les crépuscules
Déchirent leur suaire en étirant leurs doigts;



Michelangelo, luogo indefinibile in cui si vedono degli Ercoli
mischiarsi a dei Cristi, e dei fantasmi
dritti e possenti che nell'ora del crepuscolo
trascinano il loro sudario con le dita tese; 
Colères de boxeur, impudences de faune,
Toi qui sus ramasser la beauté des goujats,
Grand coeur gonflé d'orgueil, homme débile et jaune,
Puget, mélancolique empereur des forçats;



Collera di boxeur, imprudenza di fauno, 
tu che hai saputo riunire la bellezza dei villani, 
Gran cuore gonfio di orgoglio, uomo debole e giallo,
Puget, malinconico imperatore dei forzati; 
Watteau, ce carnaval où bien des coeurs illustres,
Comme des papillons, errent en flamboyant,
Décors frais et légers éclairés par des lustres
Qui versent la folie à ce bal tournoyant;



Watteau, questo carnevale in cui illustri tanti cuori, 
come farfalle, errano fiammeggianti 
Scene fresche e leggere schiarita da lampadari 
che versano la follia sul vortice del ballo!

Goya, cauchemar plein de choses inconnues,
De foetus qu'on fait cuire au milieu des sabbats,
De vieilles au miroir et d'enfants toutes nues,
Pour tenter les démons ajustant bien leurs bas;



Goya, incubo pieno di mistero,
di feti che si fanno cuocere nel mezzo dei sabba, 
di vecchi allo specchio e di bambini nudi, 
per tentare i demoni sistemandosi le calze  

Delacroix, lac de sang hanté des mauvais anges,
Ombragé par un bois de sapins toujours vert,
Où, sous un ciel chagrin, des fanfares étranges
Passent, comme un soupir étouffé de Weber;



Delacroix, lago di sangue frequentato da angeli malvagi,
all'ombra di un bosco di abeti sempreverdi, 
in cui, sotto un cielo triste, delle bande strane
passano, come un sospiro soffocato di Weber; 

Ces malédictions, ces blasphèmes, ces plaintes,
Ces extases, ces cris, ces pleurs, ces Te Deum*,
Sont un écho redit par mille labyrinthes;
C'est pour les coeurs mortels un divin opium!


Queste maledizioni, queste bestemmie, questi lamenti
Queste estasi, queste grida, queste lacrime, questi Te Deum!
sono un' eco ripetuta da mille labirinti; 
Sono un oppio divino  per i cuori mortali ! 
* Te Deum: Inno cristiano (in prosa) di origine latina. 

C'est un cri répété par mille sentinelles,
Un ordre renvoyé par mille porte-voix;
C'est un phare allumé sur mille citadelles,
Un appel de chasseurs perdus dans les grands bois!


E' un grido ripetuto da mille sentinelle, 
un ordine rinnovato da mille portavoci, 
è un faro acceso su mille cittadelle, 
il richiamo di cacciatori che si sono perduti nel grande bosco! 
Car c'est vraiment, Seigneur, le meilleur témoignage
Que nous puissions donner de notre dignité

Que cet ardent sanglot qui roule d'âge en âge
Et vient mourir au bord de votre éternité !



Perché è veramente, Signore, la migliore testimonianza
che noi possiamo dare della nostra dignità
che questo ardente singhiozzo che passa di era in era
e viene a morire sull'orlo della vostra eternità! 



Scritta fra 1855-56, la poesia è stata pubblicata nella prima edizione dei fiori, nel 1857.  E' composta da 11 quartine a rime alternate in alessandrini. 

E' preceduta da: "J'aime les souvenirs de ces èpoques nues" (V) ed è seguita da "La muse malade" (VII). Il tema è quindi il dualismo dell'artista fra spleen e idéal. 


"A che serve un faro?" si chiede Mario Richter, e la risposta logicamente è: "Ad orientare i navigatori nella notte". Quindi il termine "Faro" va inteso in senso figurato. Il critico cita anche due frammenti di altre poesie, riconducibili al faro: 

  • "L'existence brumeuse" vs 14 di "élévation" (III) (Dove "Brumeuse" sta per "Nebbiosa". 
  • "Devant ce noir tableau plein d'épouvantement" vs 19 di "J'aime les souvenirs..." (V)     
Baudelaire decide di rendere omaggio alla dignità umana attraverso le arti, ma nel farlo tralascia proprio quella che gli è più prossima, cioè la letteratura. Idem per il teatro. Fedele alla passione di suo padre per le belle arti, i "Fari" sono pittori per lo più, oltre ad  uno scultore (Puget) ed un compositore: Weber, musicista tedesco morto nel 1862, fra i più grandi prima di Wagner.
Scrive nel Salon del 1846: "Le meilleur compte rendu d'un tableau pourrà être un sonnet ou une élégie

Sottolinea Richter, la poesia di Baudelaire cerca "fari" al di fuori del suo codice che è fatto d'inchiostro: "Il poeta cerca l'unità della vita che ha osservato dall'alto - élévation- guardando le arti che hanno un rapporto più diretto con la natura che vediamo"

Altra particolarità,sceglie solo artisti occidentali, appartenenti all'epoca moderna, che ha inizio col Rinascimento, di cui l'epoca del poeta era diretta ereditiera.

Pouget, Watteau, Delacroix, francesi
Leonardo e Michelangelo, italiani. 
Rubens e Rembrandt,  fiamminghi
Goya, spagnolo

L'ordine cronologico è rispettato solo per gli ultimi tre (Watteau, Goya, Delacroix) 
Perché proprio loro? 
Colesanti: " Forse sceglie solo quegli artisti che, se pur in modi diversi, hanno espresso lo scarto esistenziale fra spleen e idéal e ne hanno portato e lasciato testimonianza" 


Rubens. Venere al bagno. 
1612-1615 circa. 

Rubens 1577-1640, è il primo pittore citato nella poesia. 
Fiume d'oblio, giardino d'indolenza, cuscino di carne fresca che non si può non amare. In lui la vita fluisce e si agita senza tregua come l'aria nell'aria e il mare nel mare. E' nel suo elemento insomma. 
Baudelaire cita  spesso e favorevolmente questo pittore. Nel saggio su Victor Hugo (1861) lo definisce con Veronese, Velasquez e Delacroix, un pittore universale, cioè un vero pittore, ciononostante, dopo l'esperienza deludente in Belgio (da cui: "Pauvre belgique" 1864-65) cambierà idea sul suo conto. 


Leonardo. La Gioconda (Monna Lisa)
1503-1514 circa.  


Leonardo Da Vinci è il più "datato" visto che nasce nel 1452 e muore nel 1519. Fra i più grandi geni dell'umanità, è citato in questa sede per le sue virtù pittoriche. 
...Specchio cupo e e profondo in cui angeli affascinanti, dal dolce sorriso, carichi di mistero, appaiono all'ombra di pini e ghiacciai che chiudono il paese. 
Colesanti: "Di Leonardo viene colta la profondità misteriosa (ambigua?), l'ideale di Bellezza dolce e composta e l'esattezza del disegno nel paesaggio. Si pensi naturalmente a tutti i capolavori leonardeschi" 
Rembrandt. La lezione di anatomia del dott. Nicolaes Tulp
1632 

Rembrandt 1606-1669, è il soggetto della terza quartina, 
... Triste ospedale pieno di sussurri, ornato solo da un grande crocifisso, dove fra singulti ed orrori si eleva una preghiera nel raggio invernale che brusco l'attraversa. 
Colesanti: "Baudelaire allude soprattutto a R. incisore, ma ha presente tutta l'opera del pittore fiammingo che elogiava in questi termini nel salon del 1845: " Raffaello, per puro che sia, non è che uno spirito materiale alla ricerca continua del solido, ma quella canaglia di Rembrandt è un potente idealista che fa sognare e indovinare al di là. Uno compone creature allo stato naturale e verginale -Adamo ed Eva- ma l'altro scuote i cenci davanti ai nostri occhi e ci racconta la sofferenza umana


Il giudizio universale. Michelangelo. (Part.)
Per Colesanti, è di questo lavoro che parla Baudelaire.

Michelangelo 1475-1564 
Michelangelo, luogo indefinibile in cui si vedono degli Ercoli mischiarsi a dei Cristi, e dei fantasmi
dritti e possenti che nell'ora del crepuscolo trascinano il loro sudario con le dita tese; 

Secondo Richter, attraverso questo artista più che con altri, viene espresso bene il dramma tutt'altro che sereno ed armonioso, dell'incontro fra spirito cristiano e sensibilità pagana, creando un luogo vago in cui vediamo degli Ercole mischiarsi a dei Cristi. Il critico si domanda anche se questi "Luoghi vaghi" siano veramente un elogio.

Colesanti afferma che è di Michelangelo del Giudizio universale, conosciuto attraverso qualche stampa, che il poeta sta parlando. Cita ancora una volta il Salon del 1845, nel quale B. afferma che il pittore è l'inventore dell'ideale per i moderni, lui che ha posseduto il supremo grado di immaginazione del disegno, senza essere colorista. Colesanti nota anche una possibile derivazione da Stendhal, che nella sua "Storia della pittura italiana" VII scrive: " Il volgare ha l'abitudine di dire che Michelangelo manca di ideale, questo perché, fra i moderni, ha inventato l'ideale". Infine, Baudelaire conosce anche le sculture dell'artista, di cui evoca "La notte" in L'idéal (vs 12/14) e che esalterà anche nel Salon del 1859 "L'arte di Michelangelo, precisa come una scienza, prodigiosa come un sogno"  
Pierre Pouget "Milon de Crotone" al Louvre.
1682 
Pierre Puget 1620-1694.
Collera di boxeur, imprudenza di fauno, tu che hai saputo riunire la bellezza dei villani, gran cuore gonfio di orgoglio, uomo debole e giallo, Puget, malinconico imperatore dei forzati.

A lui è dedicata una quartina asimmetrica visto che, a differenza delle altre, non inizia col nome dell'artista, che invece compare alla fine, forse anche per evidenziare che si tratta di uno scultore, non di un pittore, il solo nella poesia. 
Secondo Colesanti, in questa quartina vengono citate due opere dello scultore. Una è: Milon de Crotone, nella foto (Simbolo di grande forza, che alla fine viene meno) e l'altra, quando dice: "la beauté de goujats" (Il fior fiore di canaglie), parla del gruppo scultoreo di "Atlantes", per il quale P. si servì di facchini del porto di Tolone come modelli, così come si servì di forzati per altre opere. Pare che lo scultore fosse molto apprezzato da Delacroix e da Gautier, quindi, forse di riflesso, da Baudelaire stesso. 


Embarquement pour Cythère . Watteau.
La sola opera di W. che Baudelaire vide dal vivo al Louvre. 

Antoine Watteau  1684-1721
Watteau, questo carnevale in cui illustri tanti cuori, come farfalle, errano fiammeggianti 
Scene fresche e leggere schiarita da lampadari che versano la follia sul vortice del ballo!

La quartina a lui dedicata sembra portare un po' di colore (carnevale) su un panorama fosco. In verità, è la malinconia il tono dominante dei suoi quadri, tanto che Verlaine ne farà vibrare l'eco nelle poesie di: "Feste galanti"

Todos caeran - Goya - caricatura. 

Goya 1746-1828
Goya, incubo pieno di mistero di feti che si fanno cuocere nel mezzo dei sabba, di vecchi allo specchio e di bambini nudi, per tentare i demoni sistemandosi le calze. 

Pittore del "couchemar", dell'incubo. pieno di mistero. Finora, mi sembra, è la quartina più propriamente "baudelairiana". Feti che bruciano (mi ricorda "Benedizione" quando la madre, pentitasi di avergli dato la vita, inghiotte la schiuma del suo odio, non capisce i disegni eterni e prepara con le sue mani nel fondo della Geenna - Valle in cui si buttavano cose immonde, nel nuovo testamento: luogo di castigo eterno- i roghi consacrati ai crimini materni! Vs17/20) Nella poesia "V" parla degli orrori della fecondità...
Poi parla di vecchie allo specchio, e di "vecchie" Baudelaire ne presenterà diverse, dalla vecchia Catin -prostituta- della poesia "Au lecteur", fino a "i sette vecchi" e "Le vecchiette" nella sez 2, e di certo ci sono altri esemplari nei Fiori del male.
Infine "Fanciulle nude che si aggiustano le calze per tentare il demonio"...esempi infiniti.

Baudelaire dedica diverse riflessioni al pittore spagnolo, che apprezza.


Henri Fantin Latour dipinge un quadro commemorativo dedicato a Delacroix.
"Hommage a Delacroix" 1864 
A destra di chi guarda, Baudelaire. Inconsolabile per la perdita dell'artista. 


Eugène Delacroix 1798-1863
Delacroix, lago di sangue frequentato da angeli malvagi, all'ombra di un bosco di abeti sempreverdi,  in cui, sotto un cielo triste, delle bande strane passano, come un sospiro soffocato di Weber;

Forse il preferito per antonomasia da Baudelaire, a lui vicino anche per motivi cronologici. Per Cellier questa quartina è come un rovescio negativo della quartina dedicata a Leonardo -Angeli charmants contro angeli mauvais- 
In ogni caso, è il poeta stesso a precisare gli elementi di questi versi, in un articolo del 1855  dedicato all' Esposizione universale. 
Lac de sang = il rosso. 
Hanté de mauvais anges = soprannaturalismo. 
Un bois toujours vert = Verde, complementare del rosso- .
Un ciel chagrin = fondi tumultuosi delle sue tele
Les fanfares e Weber = idee di musiche romantiche che svegliano le armonie del suo colore. 
Colesanti precisa che solo per Delacroix, Baudelaire riserva note di colore in tutta la poesia. (Il "Jaune" -giallo- di Puget allude ad un suo ritratto fatto dal figlio)  
Con Delacroix finiscono le quartine dedicate ai singoli "Fari" dell'umanità, e seguono altre tre quartine, dal tono più generale sul senso del tutto.

L'arte moderna, leggiamo nei vs 33/34, è piena di angoscia, di ansia, di follia, di furore, tormento, rivolta mal camuffata. Eppure la lista si conclude con dei Te deum, ovvero inni di ringraziamento a Dio. Il poeta usa questa espressione per sottolineare la natura cattolica di tutte le sue maledizioni.
"Cri" e "Malédictions" mi fanno pensare ancora una volta a "Bénediction", mentre l'elencazione della quartina, mi ricorda alcuni passaggi di "Au lecteur", questo perché Baudelaire ama in genere, "la vertigine della lista", per dirla alla U. Eco. 

Le ultime strofe rivelano, per Colesanti, la natura morale di tutta la poesia. 

Il numero "Mille", ripetuto più volte (fra vs 35/39) ha un valore indefinito, ed ingloba (per Colesanti) nella sua totalità tutte le diverse espressioni artistiche di ogni luogo e tempo. Fatto non trascurabile: Anche la sua poesia si unisce alla lista dei fari, visto che la poesia funge da testimonianza della altrui grandezza, elaborata dalla sensibilità del poeta stesso, scelti in base al suo gusto. 

L'ultima quartina, mi sembra, ricorda un concetto espresso anche altrove, sul potere di rendere immortale il pensiero, che è proprio della poesia. Ne: "il cigno" per esempio, afferma che la forma di una città cambia più velocemente del cuore di un mortale, invertendo in qualche modo l'auspico di Lamartine, che in "Le lac" chiedeva al lago di conservare memoria del suo amore, vista la natura transitoria dell'umano e, viceversa, alla luce dell'eternità che è propria della natura. Baudelaire al contrario, riflette sul fatto che anche i luoghi cambiano per mano dell'uomo e della sua frenesia edilizia, ma la memoria non muore se diventa poesia. E la poesia, scrive in "Paysage" (la prima della sez. II) nasce nella mente di un poeta chiuso in una stanza, con le finestre chiuse e con la testa bassa sullo scrittoio, dunque basandosi sulla capacità di elaborazione del poeta, e non sulla mera ispirazione, alla quale i romantici sono molto legati. 
In questo caso, l'eternità dell'arte, deriva da tele, sculture, dalla musica, e in primis, sembrerebbe, da un poeta che decide di meditare su questi argomenti, facendone poesia. 
Il tempo gli darà ragione visto che agli occhi di molti, Baudelaire stesso è un "Faro". 


http://www.charlesbaudelaireifioridelmale.blogspot.it/search/label/paysage (link a "Paysage")
http://www.charlesbaudelaireifioridelmale.blogspot.it/2013/01/le-cygne-il-cigno-ii-lxxxix.html (Link a "il cigno") 

Nessun commento:

Posta un commento