Aristide Sartorio |
Questa sezione dei fiori, porta il titolo del libro (Non raccolta!) al netto dell'articolo iniziale.
Non "I" fiori del male; solo fiori, solo male, e quest'ultimo, assume un carattere marcatamente carnale, sensuale, erotico, morboso, a-normale, omosessuale, e se si sente un tono di "peccato", questo non può essere che di natura morale, quindi cattolica. Forse però è un "peccato" anche il bigottismo borghese, che tre delle poesie di questa sezione, le ha condannate al nulla, censurandole. Torneranno alla luce tempo dopo, sotto la voce "Les epaves" cioè "i relitti", ed hanno per sola colpa, un eccesso di onestà e bellezza.
Oggi contiamo nove poesie nella sezione quattro, allora ad esse avremmo dovuto sommare:
Femmes damnées (Hyppolite et Délphine) Lesbos
Les Métamorphoses du vampire
La mia preferita è la prima. Di una bellezza che fatico a definire, e penso di doverlo a Saez, che l'ha messa in musica, rendendo perfettamente l'aria rarefatta e soffocante di due corpi che si avvicinano e che respirano a fatica la colpa e il piacere.
Mi occuperò di queste poesie, ma è giusto iniziare dal principio, cioè da quella con la quale si inizia la sezione: La destruction.
Sonetto irregolare: abab, cdcd, eef, gfg.
Dipinto di Roberto Ferri. http://www.robertoferri.net/ |
In principio si intitolava: La Volupté (così fu pubblicata nel 1855 sulla Revue des deux mondes)
Voluttà, come ho già detto, rimanda ad una zona d'ombra e di sensi, quei sensi e piaceri che vedono congiungersi passione, desiderio, senso di colpa, annientamento, in un contrasto che non sembra trovare soluzione, se non nel finale annientamento.
Vista rispetto all' "ensemble", questa è la sezione della discesa verso il vizio, la tentazione che consuma eppure non zittisce coscienza e senso di colpa.
Torno a citare qualche verso della poesia prologo "Au lecteur" che, come per Dante e il suo inferno, ci apre la porta sui fiori:
"Il ricco metallo della nostra volontà
è tutto vaporizzato da questo sapiente chimico*
(*Cioè: Satana Trismegisto)
E' il Diavolo che tiene i fili che ci muovono!
e degli oggetti ripugnanti scopriamo il fascino;
Ogni giorno verso l'Inferno discendiamo di un passo
Senza orrore, attraverso tenebre che puzzano"
Senza orrore, attraverso tenebre che puzzano"
vs: 11/16
e anche:
"E quando respiriamo, la Morte nei nostri polmoni
discende, fiume invisibile, con lamenti sordi"
vs 23/24 ... da "Au lecteur"
Ricordiamo anche la celebre frase di Baudelaire, in uno dei suoi progetti di epilogo per la seconda edizione ai Fiori:
"Tu m'as donné ta boue et j'en ai fait de l'or"
"Tu mi hai dato il tuo fango, ed io ne ho fatto oro"
Nelle vesti di arcaico alchimista, il poeta trasforma l'orrore dei giorni e delle notti, in poesia, che è superiore alle miserie umane, perché gli sopravvive, perché le sublima. L'autore parla infatti di una "terribile moralità" che andrebbe cercata nel suo libro, prima di affrettarsi al giudizio.
M. Colesanti (Da cui derivano molte di queste riflessioni), sostiene che questo sonetto ci introduce dunque all'impostazione generale di tutta la sezione, più che ai suoi temi.
Roberto Ferri. |
Sans cesse à mes côtés s’agite le Démon;
il nage autour de moi comme un air impalpable;
je l’avale et le sens qui brûle mon poumon
et l’emplit d’un désir éternel et coupable.
il nage autour de moi comme un air impalpable;
je l’avale et le sens qui brûle mon poumon
et l’emplit d’un désir éternel et coupable.
Parfois il prend, sachant mon grand amour de l’Art,
la forme de la plus séduisante des femmes,
et, sous de spécieux prétextes de cafard,
accoutume ma lèvre à des philtres infâmes.
la forme de la plus séduisante des femmes,
et, sous de spécieux prétextes de cafard,
accoutume ma lèvre à des philtres infâmes.
Il me conduit ainsi, loin du regard de Dieu,
haletant et brisé de fatigue, au milieu
des plaines de l’Ennui, profondes et désertes,
haletant et brisé de fatigue, au milieu
des plaines de l’Ennui, profondes et désertes,
et jette dans mes yeux pleins de confusion
des vêtements souillés, des blessures ouvertes,
et l’appareil sanglant de la Destruction!
des vêtements souillés, des blessures ouvertes,
et l’appareil sanglant de la Destruction!
Senza posa accanto a me, si agita il Demonio;
come un'aria impalpabile, mi avvolge;
Lo ingoio e lo sento bruciare il mio polmone (Singolare)
che riempie di un desiderio eterno e colpevole.
A volte, sapendo del mio grande amore per l'Arte, prende
la forma della più seducente fra le donne,
e, sotto speciosi pretesti da ipocrita,
abitua le mie labbra a filtri infami.
Mi conduce così, lontano dallo sguardo di Dio,
agonizzante ed esausto di fatica, nel mezzo
Di pianure della Noia, profonde e deserte,
e getta (il Demonio) nei miei occhi del tutto confusi
degli abiti sudici, delle ferite aperte,
e l'apparecchio sanguinante della Distruzione!
Quali sono dunque i personaggi di questi versi?
La maiuscola sta per allegorizzazione, personificazione, dunque, oltre al soggetto poetico (La prima persona narrante), abbiamo: Il Demonio, L'arte, Dio, L'Ennui/noia e la Distruzione.
Demonio, Dio e Distruzione, iniziano con la stessa lettera, e il primo e l'ultimo fanno rima.
Le Démon è ospite ricorrente nel libro. Nella poesia "Au lecteur", già citata, lo troviamo sotto diversi nomi:
Satan Trismégiste ("Trismegisto" significa: tre volte più grande)
Le Diable, e poi parla di Enfer,
nel vs 22 cita invece un popolo di Démons, come un milione di elminti (termine raro e dotto che si riferisce ad un tipo di parassiti che vivono nel nostro intestino, anche se il poeta li colloca nella nostra testa, paragonandoli a demoni)
Il suo ruolo, storicamente, è quello di "tentare", il nostro quello di resistere, ma spesso, ha già specificato, ci lasciamo soggiogare; i nostri pentimenti sono deboli, visto che qualche lacrima vile, e qualche confessione, ci dà l'impressione di aver lavato via i vecchi peccati, per poi compierne di nuovi. Dice anche (nella solita "au lecteur") se non commettiamo ogni sorta di crimine ed orrore, è solo perché la nostra anima non è abbastanza coraggiosa... non che il pensiero non ci tocchi!
Nella poesia La Distruzione, mi sembra di vedere ovunque echi di Au lecteur:
Il demonio gli gira attorno, e gli scende nei polmoni. (Usa il singolare, e pare che ai tempi, si usasse così. Comunque in au lecteur, usa il plurale, idem per i demoni.) riempiendoli (polmone = respiro, cioè vita) di un desiderio eterno e colpevole.
Allontanato dallo sguardo di Dio, si ritrova in una immensa pianura, che è quella dell' Ennui, il grande "personaggio" introdotto in "Au lecteur", il mostro capace con un solo sbadiglio di ingoiare il mondo.
Già René de Chateaubriand, a inizio secolo, ha "nobilitato" questo soggetto, tramite il suo personaggio eponimo "René", vittima di quella che oggi chiameremmo depressione, e alle prese coi suoi travagli interiori. Con Baudelaire, I fiori del male diventeranno una specie di cattedrale della noia e relative fatali conseguenze. La noia è energia che brucia invano, è assenza di volontà, è sensazione di non avere presa sulla propria storia, né su quella del mondo, è desiderio di auto-annientamento, dunque, fra gli effetti "collaterali" potrebbe esserci la tentazione al sadismo:L
"Je suis la plaie et le couteau,
je suis le soufflet et la joue,
je suis les membres et la roue,
je suis la victime et le bourreau":
Sono la piaga e il cortello,
lo schiaffo e la guancia,
le membra e la ruota (tortura),
la vittima e il carnefice
L'Héautontimoruménos, sul finire della sez I
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