giovedì 26 gennaio 2012

Correspondances.

Questa è forse una delle poesie più analizzate e discusse di Baudelaire. Cercherò di incrociare qualche linea di pensiero, pur cosciente del fatto che non esiste una verità assoluta, ma solo una serie molto consistente di pareri più o meno autorevoli (ed a volte dissonanti) sull'argomento. 

Photo by: Gilbert Garcin.
http://www.gilbert-garcin.com/

La  poesia  occupa il quarto posto della sezione Uno "Spleen et Idéal" in tutte e tre le edizioni dei Fiori. Quanto alla data di composizione, fra dubbi e supposizioni, mancano dati certi.
Le Fonti sono anch'esse numerose, forse per via del fatto che i temi qui trattati sono fra i più diffusi e sfruttati della letteratura romantica europea. Mi limito ad un esempio:
  • Nella 2° parte di Aurélia 1855 (Gerard De Nerval) leggiamo: " Tout vit, tout agit, tout se correspond " Cioè "Tutto vive, tutto agisce, tutto si corrisponde"
Tuttavia, pur se influenzato da molteplici suggestioni, il poeta riflette in modo autonomo.

Metro: Sonetto irregolare. 
  • E' il primo sonetto che incontriamo nel libro, ma non il primo che scrive:
    • Nel 1845 inizia infatti "ufficialmente" la sua carriera di critico (Scrivendo per il "Salon" del 1845) e di poeta, pubblicando sulla rivista: "L'artiste" 1845 un sonetto regolare dal titolo: "A une dame Créole" (La "dame" in questione, non è Jeanne Duval, come avevo pensato in un primo momento). 
    • "Corrispondenze" è invece un sonetto IRREGOLARE, è quindi composto da 14 versi suddivisi in 2 quartine e 2 terzine, ma se le regole classiche francesi prevedono per le rime, lo schema: ABBA ABBA CCD, EDE, Baudelaire usa lo schema irregolare: ABBA CDDC EFE FGG  
  • Il Sonetto è un genere molto amato dal poeta, che ne esalta la bellezza misteriosa e "pitagorica", quindi ne troveremo diversi nei Fleurs.  Alcuni esempi: 
    • La muse malade (VII)
    • La muse vénale (VIII)
    • Le mauvais moine (IX) "Il monaco cattivo"
    • L'ennemi (X) 
    • Le guignon (XI) "La disdetta"... sonetto minore di ottonari -irregolare- 
    • La vie antérieure (XII) 
    • Bohémiens en voyage (XIII) il primo sonetto Regolare nel libro.
    • La Beauté (XVII)
    • L'Idéal (XVIII)
    • La Géante (XIX) ...La lista è ancora lunga, però è interessante notare che soltanto uno fra i dieci sonetti menzionati, è regolare, e che - notando la disposizione numerica- sono molto prossimi gli uni agli altri, mentre nella sezione due "Tableaux parisiens" troveremo diverse poesie "lunghe", tre delle quali dedicate a Victor Hugo, scrittore prolisso per antonomasia (nell'analisi alla poesia "Il cigno", scopriremo il motivo delle sue dediche) 
Poesie precedenti:
Nelle poesie ugualmente note: "L'albatros" e in "élévation", l'autore crea un parallelo fra due mondi:
  • "L'azzurro", che corrisponde all'ideale, ed è l'elemento naturale dell' l'Albatros prima di essere imprigionato sulla nave, nonché il posto in cui lo spirito del poeta si eleva nell'altra poesia (come fosse un usignolo)
  • Il mondo terrestre, fatto di sensazioni, e a tratti, di spleen. (La nave: microcosmo dell'umanità, e la natura al di sopra della quale il poeta si eleva nell'altra poesia)
Inoltre:
La poesia precedente, all'insegna dell'idéal, concludeva dicendo più o meno: Felice colui i cui pensieri possono prendere il volo al mattino, come fanno le allodole. Felice colui che plana sulla vita e capisce senza sforzo il linguaggio dei fiori e delle cose mute.
Ovviamente l'uomo "felice" chiamato in causa è il poeta, ed è il poeta che in "Correspondances" ci racconta la sua capacità di capire senza sforzo il linguaggio dei fiori e delle cose mute.

La foto è stata realizzata ed elaborata da me.

Correspondances.

Vs 1-4: ABBA

La Nature est un temple où de vivants piliers -1-
Laissent parfois sortir de confuses paroles; -2-
L'homme y passe à travers des forêts de symboles -3-
Qui l'observent avec des regards familiers.-4-

La Natura è un tempio in cui dei pilastri viventi
Si lasciano a volte uscire confuse parole;
L'uomo ci passa , attraversando foreste di simboli
che l'osservano con uno sguardo familiare. 

Il tono della 1° quartina è solenne. Qui l'autore stabilisce un equilibrio fra uomo e natura.
1_ La Natura ci è presentata con una maiuscola, dunque viene allegorizzata, enfatizzata.
In quanto tempio con pilastri viventi (doppia metafora) essa è sacralizzata, facendone il luogo privilegiato della comunicazione mistica col divino.
Ps: Non parla della Natura propriamente detta, della foresta (come dirà nel vs 3) ma dell'universo percepibile dai nostri sensi. (Foresta di simboli da decifrare, e solo il poeta può farlo: ricorda "Les rayons et les ombres" di Victor Hugo, del 1840, in cui il poeta come un profeta, è posto alla guida della società, ma sappiamo che Baudelaire dedica l'opera a Gautier, cultore dell' arte per l'arte, cioè  un'arte socialmente disimpegnata, quindi la sua guida è spirituale, capace di illuminare il buio, mentre quella di Hugo va intesa in senso più politico-morale. 

1_Vivants piliers -Pilastri viventi- Ovvero: L'uomo e la natura appartengono al mondo vivente e la loro comunicazione dev'essere possibile .
2_"Parfois", cioè "A volte", "non sempre". Colesanti specifica che questi momenti non combaciano con quelli della droga, come qualche critico ha sostenuto.
Le confuse parole, sono appunto il simbolo da decifrare, e solo il poeta sa farlo!

3_L'uomo attraversa questo tempio, e le confuse parole del vs 2, diventano ora una foresta di simboli.
Nell'atto di "attraversare" notiamo la passività dell'individuo sulla natura, che è in grado di recepire confusamente, pur non avendo un ruolo su di essa.
Ps: In verità in poesie come "Il cigno", lo stesso Baudelaire ci mostrerà a che livello l'industrializzazione -quindi l'uomo- si fa invasiva verso la natura. Con Des Essenties, personaggio creato da Horis Karl Huysmans nel 1884, in "A ritroso" -Romanzo che segna un' irreversibile declino del naturalismo- si tenta l'impossibile, cioè trasformare in artificiale tutto ciò che è naturale, perché "La natura è ormai sorpassata" afferma il dandy più eccentrico della letteratura decadente. Ovviamente il suo esperimento è destinato a fallire.
Stilisticamente è creata una simmetria fra "uomo" e "Natura" (vs 1/3), così come, non sono casuali le rime ABBA: Piliers/familiers (pilastri/familiari vs 1-4) e paroles/symboles (Parole/simboli vs 2-3)
Circa le "foreste di simboli": L'accostamento foreste-cattedrali gotiche, l'aveva già realizzato Chateaubriand nel capitolo III di "Le Génie du Christianisme" [Il Genio del cristianesimo]

4_Sguardi familiari: stanno ad indicare una reciproca comprensione.
In questa prima strofa, le "Corrispondenze" annunciate dal titolo sono di tipo "Verticale", dalla terra verso il cielo Nel resto della poesia invece, esse sono di tipo "Orizzontale", cioè si svolgono all'interno della natura e le chiamiamo stilisticamente "Sinestesie": "I profumi, i suoni e i colori si rispondono" vs 8


Vs 5/8: CDDE

Comme de longs échos qui de loin se confondent  -5-
Dans une ténébreuse et profonde unité,-6-             
Vaste comme la nuit et comme la clarté, -7-           
Les parfums, les couleurs et les sons se répondent. -8-

Come lunghi echi che da lontano si confondono
in una tenebrosa e profonda unità,
Vasta come la notte e come la luce,
I profumi, i colori e i suoni si rispondono.

Questa quartina prolunga la prima, precisandola.
Le confuse parole del vs 2, qui, come un ECO, si CONFONDONO: Per Colesanti quest'ultimo termine ha un valore unificante, etimologico, cioè: Fondersi insieme, corrispondersi in un rapporto che non annulla, a conferma di ciò, nel vs che segue parla di "profonda unità"
Si va dalla confusione iniziale a una progressiva comprensione della foresta di simboli.
ps: Comme de longs échos qui de loin se confondent
       Comme =  K o
       de           d       
       longs      = o             
       échos      = K    o      
       qui        =  K      
        de        = d      
 confondent    = o    o   d
Le allitterazioni (ripetizione di consonanti o sillabe) e le assonanze (Ripetiz. di vocali) creano un'armonia imitativa, eco di corrispondenze e di suoni che si rispondono.

vs 7: "vaste" = Come in "Albatros", riferito a tutto ciò che unisce.
vs 8: Richter sottolinea nel suo studio che, nella realtà esistente, i colori sono la materia fondamentale di cui si serve la pittura, mentre i suoni costituiscono l'arte della musica ed in parte l'arte poetica. Ma i profumi? A quale arte appartengono? La cultura occidentale ha praticamente escluso dalle arti ciò che si fonda sul senso dell'olfatto. Ciò è dipeso dalla natura sensuale per eccellenza del profumo, difficilmente traducibile in valori intellettuali o spiriturali. Inoltre, il profumo è per natura effimero (almeno in apparenza) e dunque non possiamo fissarlo, né conservarlo: Esso è strettamente legato allo scorrimento della vita.
E' per questo motivo che il poeta ha fatto del profumo il solo protagonista delle terzine ... Le sensazioni che racconta conducono all'anima nello stesso tempo in cui i sensi conducono all'ebbrezza dell'infinito.
Le parole: Ténébreux, nuit, clarté, échos, sons : Corrispondono a una interazione di sensazioni uditive e visive, quindi alle corrispondenze orizzontali.



Vs 9/11: EFE

Il est des parfums frais comme des chairs d'enfants, -9-
Doux comme les hautbois, verts comme les prairies, -10-
- Et d'autres, corrompus, riches et triomphants, -11-

Esistono profumi freschi come le carni di un bambino,
Dolci come oboi, verdi come i prati,
- ed altri (profumi) corrotti, ricchi e trionfanti,

Notare la rima "Enfants"/"Triomphants": in Bénediction il poeta era chiamato: "Enfant déshérité" , e in generale, spesso il bambino è associato alla figura del poeta.

9: Il poeta inizia a "Narrare" i profumi esistenti. Ce ne sono alcuni freschi come le carni di un bambino.
  • Nella poesia che segue  (la V, vs 14): Parla di carni lisce e sode che attirano i morsi. Parla di vergini di un tempo ormai passato, quello pagano.
  • Nella poesia "A celle qui est trop gaie", censurata nel processo del '57, nel vs 29: parla di castigare la "Chair joyeuse" (carne gioiosa... pare sia dedicata a Mme Sabatier) della donna con uno squarcio sul fianco stupito!  
  • Il senso di queste varianti fra passato e presente, stanno nel fatto che in epoca pagana, prima ancora della nascita del cristianesimo, dunque del "Peccato", la carne liscia e soda, così come la leggerezza (di "A colei che è troppo gaia) erano "permessi", normali. Poi, dopo la nascita di Dio -cristianesimo- che insegna ad Adamo ed Eva la nudità (per via del peccato originale) e soprattutto, con l'affermarsi di un Dio moderno, forse più potente di tutti gli altri: il Dio dell'Utile, la natura si è contorta e piegata alle esigenze del denaro. Gli uomini si sono imbruttiti in funzione del guadagno da perseguire, quindi, in tale contesto, la bellezza e la purezza della carne così come della gioia, appaiono fuori luogo, poco "Moderne". Anche per questa ragione troviamo spesso vedove nelle poesie di Baudelaire ( "Il cigno", "A una passante"...): figure femminili che ricordano il senso della perdita definitiva. (e vestono di nero: Anche questo è un elemento moderno, perché allora solo gli uomini vestivano di nero)
10- Sul "Verde" si è molto discusso. Pare che al poeta il colore non piacesse particolarmente, ma dovendo parlare di prati, simbolo di freschezza, innocenza e serenità... che altro colore avrebbe potuto usare?
ps: Anche altrove il verde è legato a:
  • contesti allegorici (Moesta et errabunda "Le vert paradis des amours enfantines",
  • oppure concreti e positivi (Parfum exotique "Le parfums des verts tamatiniers")
  • o emblematici (Le poison " Le poison qui découle/de tes yeux verts")
11: Il trattino: Ripete tacitamente il soggetto, cioè "i profumi" : Corrotti, ricchi e trionfanti, dunque diversi da quelli elencati fino ad ora, che avevano una connotazione positiva. (Spesso il trattino equivale ad un cambio di tono nella poesia)
Per Colesanti, non si tratta di "profumi" dal valore morale, quindi attinenti al Male e alla dannazione. Non c'è una contrapposizione morale  fra i primi profumi (innocenti) e gli ultimi (colpevoli), piuttosto...fra semplicità e complessità, abbondanza, (non a caso, solo dei secondi è fatta un'enumerazione), in caso contrario non sapremmo come giustificare il fatto che fra i profumi "corrotti" compaia anche l'incenso, legato ad antiche funzioni religiose e che nella liturgia cattolica è simbolo di purificazione ed elevazione.



Vs 12/14: FGG

Ayant l'expansion des choses infinies,
Comme l'ambre, le musc, le benjoin et l'encens,
Qui chantent les transports de l'esprit et des sens.

che hanno l'espansione delle cose infinite,
come l'ambra, il muschio, il benzoino e l'incenso,
che cantano i trasporti dello spirito e dei sensi.

Conclude Colesanti, che Baudelaire a fine sonetto, ricompone, nella indissolubile unità di spirito e corpo, disuguaglianze e contrapposizioni.

Richter: 
Questo primo sonetto comincia a indicarci (con le parole, con la forma lirica più rinomata della tradizione della tribù, una forma tuttavia rinnovata) in che consiste lo spazio INCONNU che solo il Poeta è in grado di esplorare e di rivelare. Lo spazio ignoto si nasconde nella foresta di simboli contenuti in un grande tempio unitario, che è la Natura dimenticata e sconvolta dalla "scienza imbrattata d'inchiostro" che ha creato il mondo "ennuyé"
La visione e la sensazione dell'unità della natura, tempio vivente, conduce il pensiero del poeta: Non al ricordo mistico del paradiso  terrestre (e perduto) della religione cristiana, ma al ricordo dell'epoca della concezione pagana del mondo, quella dell'età d'oro, la cui evocazione apre il poema che segue ("J'aime les souvenirs de ces époques nues", la prima poesia senza titolo che incontriamo nei Fiori del male)

link alla lettura del testo. (l'ho scelta perché poco enfatica, e non mi pare un dettaglio insignificante. Inoltre, la pronuncia è perfetta)

lunedì 9 gennaio 2012

Élévation

Terza poesia (in tutte le edizioni dei Fiori) della prima sezione: "Spleen et idéal", viene pubblicata la prima volta nel “Journal d’Alençon” il 17 maggio 1857.


La foto l'ho scattata io, in un giorno di quasi inverno, l'anno scorso.
Il testo sembra fare eco, soprattutto nella prima strofa, a una poesia giovanile, chiamata in principio “Incompatibilité e pubblicata nel 1872 in: “Charles Baudelaire. Souvenirs –Correspondances”, scritto da Charles Cousin, compagno di liceo.
Pichois, il critico, ha però dimostrato che quel titolo, Baudelaire l’aveva usato per scrivere una parodia su un compagno di liceo, quindi oggi la poesia è catalogata, senza titolo come la prima delle: “Poesie giovanili”. Scritta in occasione di un viaggio sui Pirenei, parla di un lago, come Lamartine nella più celebre fra le sue Méditations poétiques: “Le lac” -1820- svariati sono, ovviamente, i distinguo.

Massimo Colesanti ricorda che nel 1861, Baudelaire scrive il saggio: “Wagner e Tannhäuser a Parigi” in cui riprende e spiega molte delle sensazioni descritte in questa poesia.
Jardin du Luxembourg. Paris. 2009. Un uomo malvestito riposa su una sedia.
Quando l'ho visto ci ho visto il poeta (rischiando l'infarto!)
Sono cosciente che un Dandy non vestirebbe mai così
eppure è innegabile, mi sembra, la somiglianza dell'... idea?
La solitudine del poeta, il suo isolamento...
in sintesi... un momento di Spleen
...in una poesia ricolma di idéal!
Il tema trattato in questi versi è ancora una volta quello della condizione del poeta, e della sua poetica, (Come ho già detto altrove, dalla poesia I alla XXI, Baudelaire affronta sotto ogni punto di vista,  il tema della dualità dell’artista, fra spleen e idéal)
Preceduta da:
- Bénédiction , che è fra spleen e idéal, cioè fra le maledizioni di madre e compagna e la benedizione del poeta a se stesso.
- L’albatros, che è all’insegna dello spleen.

Élévation è invece una poesia all’insegna dell’ idéal. Il poeta, come l’uccello, sembra capace d’innalzarsi in spazi puri-luminosi- sereni
Albatros ed élévation hanno entrambe a che vedere con  un uccello (allegoria del poeta e della sua condizione)

L'allodola.
Da: http://www.freeforumzone.leonardo.it/
= Un Albatros, vittima della gratuita violenza umana che l’imprigiona e lo ferisce.
Ps: Tutta la poesia, a partire dal titolo è dedicata all'animale, salvo poi scoprire, nell'ultima quartina, l'allegoria che lo trasforma nel poeta stesso)
= Un’Allodola , in questo caso, l'animale compare solo nel vs 17 “Comme des alouettes”. Nei versi precedenti tutto sembra evocare l'idea di un volatile, ma il soggetto è "Mon esprit", quindi l'animo del poeta, che vola libero e felice, lontano da tutti, e letteralmente capace di "Elevazione", cioè di vedere le cose dall'alto. 
La cosa mi fa pensare ad altri autori: Per esempio: 
  •  Victor Hugo, in un capitolo di "Nostra signora di Parigi" dal titolo "A volo d'uccello", che è una panoramica sulla vecchia Parigi vista dall'alto -1831
  • Penso anche alla  poesia di P. B. Shelley “To the skylark”: “All’allodola” del 1820 (l’anno delle “Méditations poétiques” di Lamartine e relativo successo). Nella poesia del poeta inglese, l’uccello è metafora della pura espressione poetica. Simile nello spirito a “Nithinghale” di Keats, ma l’usignolo è un animale notturno, mentre l’allodola annuncia il giorno, dunque simbolo la gioia. (Sebbene, in “Giulietta e Romeo” di Shakespeare, il suo canto, proprio perché annuncia il giorno, combacia con la dolorosa separazione fra i giovani a manti, assumendo una connotazione negativa, o per lo meno, nostalgica.)

Foto di Margherita Vitagliano.
"I want to be free to move me"
Scelta per la bellezza dell'immagine oltre che per il titolo "a tema".
Il testo:
Élévation   5 quartine di Alessandrini a rime embrassées (ABBA)

1° Strofa:
Au-dessus des étangs, au-dessus des vallées, -A
Des montagnes, des bois, des nuages, des mers, -B
Par delà le soleil, par delà les éthers, -B
Par delà les confins des sphères étoilées, -A

al di là degli stagni, al di sopra delle valli,
delle montagne, dei boschi, delle nuvole, dei mari,
al di là del sole, al di là dell’aria,
al di là dei confini delle sfere stellate

1-4:
La prima strofa della poesia è descrittiva ed accumulativa. Essa mostra una fase di allontanamento progressivo e liberatorio dalla terra, superando anche il firmamento, ma il soggetto che compie tali azioni, lo scopriremo solo nella strofa che segue (Mon esprit: Cioè il Poeta!) .

-Stilisticamente troviamo diverse anafore (Cioè, ripetizioni delle stesse parole: ex: Au dessous … des… par déla…)
Inoltre: Valli e Mari, - che concludono il vs 1 e 2 - sono elementi “terreni”, mentre aria e stelle (fine vs 3-4) sono elementi “celesti”, potremmo dire. Con le rime ABBA, cielo e terra s’intrecciano per due volte. (Valli/Stelle e Mari-Aria, due elementi che hanno in comune il colore azzurro.)

ps: Questa la 1° stofa della poesia di gioventù, oggi senza titolo, ma in principio: “Incompatibilité”
Lassù, lassù, lontano dalla retta via,
dai poderi e dai valloni, oltre le colline,
le foreste ed i tappeti d’erba, e lontano
dagli estremi pascoli battuti dalle greggi

2° Strofa:
Mon esprit, tu te meus avec agilité,
Et, comme un bon nageur qui se pâme dans l'onde,
Tu sillonnes gaiement l'immensité profonde
Avec une indicible et mâle volupté.

Tu, Mio spirito, ti muovi con agilità 
e come un bravo nuotatore che gode tra le onde,
solchi allegramente l'immensità profonda
con un'indicibile e maschia voluttà. 
5-8:
"Mon esprit", è questo il soggetto della poesia.
La metafora della poesia precedente: Poeta/Albatros,trova qui  pieno compimento. Infatti, non un uccello, ma il suo spirito attraversa gli elementi naturali elencati nella prima strofa.

-Abbiamo detto che le poesie dei Fiori, vanno lette anche "trasversalmente", cioè cercando di paragonare termini e situazioni che s'incontrano altrove. In quest'ottica:
In "Bénédiction" (che precede "L'albatros"), egli parla di "Esprit lucide" - vs 55
"Verso il cielo, dove il suo occhio vede uno splendido trono,
il Poeta sereno, leva le braccia al cielo, (come un prete)
e i vasti lampi del suo spirito lucido
gli celano la vista dei popoli furiosi"
Sottolinea Mario Richter che questo è il potere più importante per un poeta.

Inoltre, nel vs 49  della stessa poesia, Baudelaire realizzava già una metafora fra il poeta e un uccello:
"Come un giovane uccellino che trema e palpita...." In questi versi, come in "Albatros", l'animale è vittima di un individuo, non un gruppo di marinai, ma una donna, la sua compagna che sogna di strappare il cuore al suo amante.
[Vs 47/50, di Bénédiction, la compagna del poeta si comporta, almeno nei sogni, come la pappagalla assassina di cui parlerò a breve. "Le mie unghie, come unghie delle arpie,/sapranno aprirsi un varco nel suo cuore!/ Come un giovane uccellino che trema e che palpita/gli strapperò dal petto il cuore rosso"]

Una scena simile sarà attuata in "Salammbò" -1862- di Flaubert, [Romanzo coetaneo de: "I Miserabili" di Victor Hugo , sebbene molto diverso appaia il loro rapporto con la storia e col romanzo storico in generale)]   in cui a un uomo, Matho, è letteralmente strappato il cuore dal petto davanti alla sua amata. In natura (l'ho visto coi miei occhi) il tragico rito avviene a volte fra pappagalli! La donna becca il petto del pappagallo finché non lo uccide. Grottesco ma reale!

"ciao, la femmina -Cocorita- sta picando il maschio e c'è la possibilità che lo faccia anche con i pulli e in questo caso ti dico fin da ora che potrebbe ucciderli...per il problema attuale è necessario che li separi, lei lo fa per stress e perchè il maschio la sta disturbando nella cova...l'unica cosa da fare adesso è separarli e fare ad entrambi un ciclo di vitamine "
(Da un blog dedicato agli animali:.http://www.gattiandco.com/forum/non-solo-gatti/12182-info-su-cova-pappagallini-ondulati-cocorite-2.html)
La parola "Esprit" compare per due volte anche in "Au lecteur":
-" La stoltezza, l'errore, il peccato, l'avarizia/occupano i nostri spiriti e tormentano i nostri corpivs 1-2
-" Sul cuscino del male c'è Satana Trismegisto/Che culla a lungo il nostro spirito incantato"  vs 9-10
nel vs 28 parla invece di "Anima" In sintesi: L'anima debole è il motivo per cui i peggiori crimini si rendono possibili.
Mario Richter nota che nella poesia "Elevazione" Baudelaire non fa uso della parola "Anima", ma solo di "spirito", questo perché il titolo della poesia rimanda, fra le tante cose, ad una dimensione liturgica, a una simbolica ascendenza del cuore dalla terra fin verso Dio, nell'alto dei cieli.
Al poeta però preme dimostrare la preminenza del suo spirito, che indica una facoltà essenzialmente intellettuale-mentale, che ci riporta quindi allo "spirito lucido" di "Benedizione".  Scrive Richter: " Se osserviamo con attenzione, percepiremo facilmente che si tratta di una elevazione del pensiero che si carica di un piacere di tipo sensuale... " Infatti: Gode fra le onde e prova allegria con maschia voluttà.
ps: Colesanti trova che il vs 6 vada associato a "Le vin des amants", ultima della sezione tre: "Le vin", poesia che elogia la libertà assoluta. Essa conclude la sezione dedicata all'ebrezza dei "Paradisi artificiali". Le sezioni che la seguono sono: "Fiori del male", poi "Rivolta" ed infine "La morte", dunque "Le vin des amants" rappresenta  l'ultima situazione in cui si respira solo "idéal" in una poesia dei fiori.
ps: Notare la rima: Agilità-voluttà, e Onda-profonda.


3° strofa:
Envole-toi bien loin de ces miasmes morbides;
Va te purifier dans l'air supérieur,
Et bois, comme une pure et divine liqueur,
Le feu clair qui remplit les espaces limpides.

Vola via lontano da questi miasmi morbosi
Vai a purificarti nell'aria più alta,
e bevi, come un puro e divino liquore,
il fuoco chiaro che riempie gli spazi limpidi.

9-12:
-Si rivolge  al suo spirito, chiedendogli di elevarsi dalla terra, dai miasmi morbidi, che per Colesanti sono un riferimento alla città (e non alla natura che è l'elemento dominante del testo), con le sue esalazioni ammorbanti, concrete e morali. (PS: L'espressione mi ricorda un'altra poesia, ma non mi viene in mente il titolo. Spero di poter provvedere!)
-"Comme" lo troviamo nel vs 6 e nel vs 11, in entrambi i casi le comparazioni non hanno nulla di spirituale, secondo Richter. Il liquore è molto concreto e non può essere spirtualizzato, al massimo di può ricondurre all'ambrosia e al nettare incontrato in "Benedizione"

Le ultime due strofe (4/5)hanno un valore decisivo per capire la natura del tipo di elevazione di cui parla il poeta, secondoRichter.


4° Strofa:
Derrière les ennuis et les vastes chagrins
Qui chargent de leur poids l'existence brumeuse,
Heureux celui qui peut d'une aile vigoureuse
S'élancer vers les champs lumineux et sereins;

Alle spalle la noia e i vasti tormenti,
che caricano col loro peso l'esistenza nebbiosa,
Felice colui che può con un'ala vigorosa
lanciarsi verso i campi luminosi e sereni;

13-16:
Sempre secondo Richter:
Non si tratta di un'evasione o di un sogno, ma: 
  • Si parte DA una realtà terrestre per tornare, attraverso un viaggio che richiede una forza considerevole,
  • A una realtà terrestre: Dall'esistenza (nebbiosa) alla vita, ma sempre in rapporto alla terra!
- "Heureux celui..." del vs 15: è riferito al poeta stesso, quindi al narratore, ancora un po' distante, e la sua forza proviene dal fatto di essere apparso in questo mondo annoiato per un decreto delle potenze supreme ("Benedizione" i primi vs)

-Sull'ennui ("esistenza brumosa") ci ha già parlato sin dal primo poema. Sappiamo bene di che si tratta, e Richter c'invita a ricordare la strofa 7 di "Au lecteur" per evitare un'interpretazione facile, pacifica e dolce, romantica e rassicurante... (La strofa ricorda che se il male attecchisce su di noi, è perché la nostra anima "Hélas" cioè "Purtroppo", non è molto ardita)
-Quanto all'ultimo verso della strofa, quando parla di "Campi luminosi e sereni", Richter li  ricollega all'ultima strofa di "Benedizione":  "Les foyers saint des rayons primitifs" (I fuochi santi dei raggi primitivi vs 74): Essirappresentano la liberazione dai terribili condizionamenti dualisti, dei divieti della cultura esistente, questa "scienza imbrattata d'inchiostro... che ha dimenticato il colore del cielo, la forma dei vegetali, il movimento e l'odore dell'animalità, e le cui dita paralizzate dalla penna, non possono più correre con agilità sull'immensa tastiera dele corrispondenze"
"Exposition universelle" 1855 O.C. II, p. 577
ps: Le ali vigorose (vs 15) fanno eco ai piaceri sensuali della seconda strofa. (vs 6 e 8)

5° Strofa:
Celui dont les pensers, comme des alouettes,
Vers les cieux le matin prennent un libre essor,
- Qui plane sur la vie, et comprend sans effort
Le langage des fleurs et des choses muettes!

Colui i cui pensieri, come delle allodole,
verso il cielo il mattino prendono libero slancio,
- Chi plana sulla via, e comprende senza sforzo
Il linguaggio dei fiori e delle cose mute!

17-20:
Ps: Colesanti introduce il vs 17 e il 19 con l'aggettivo "Felice", ed omette il trattino, (il quale evita la ripetizione di "Celui" ma credo vada riprodotto, perché ha sempre un ruolo importante nelle poesie di Baudelaire, mi sembra preferibile, in generale, tradurre un po' più alla lettera.

-Pensers: vs 17- Termine arcaico, che già nel '600 equivale a "pensée", nel senso anche di "Esprit" o "Imagination" , ma è usato spesso in poesia, anche per motivi metrici.
- Comme des alouettes: E' la terza similitudine della poesia, che inizia quindi col termine di comparazione "Comme": Vs 6: Comme un bon nageur... Vs 11: Comme une pure et divine liqueur, Vs17: Comme des alouettes... cioè le allodole: piccoli uccelli canterini che si svegliano alle prime luci dell'alba e sanno allontanarsi dalle noie e dai fastidi dell'esistenza.
-La vie: vs 19 - rappresenta (richter) la realtà vasta e complessa. E' l'immensa gamma delle "corrispondenze" (la prossima poesia!) che l'esistenza impedisce di conoscere. Per il critico essa può assimilarsi all' INCONNU, in effetti, quest'uomo felice, IL POETA, riuscito a sottrarsi all'esistenza, può planare sula vita, cioè può dominarla e guardarla dall'alto, capace di comprendere spontaneamente e senza sforzo, il linguaggio dei fiori e di tutta le realtà del mondo che si trova al di fuori della lingua esistente e che, di conseguenza, è considerata "Muette" (muta) (Ultimo vs: Il ling. dei fiori e delle cose mute)
-Richter sottolinea l'importanza del trattino, che serve qui ad evidenziare questo sguardo sulla vita (o sull' inconnu) isolandola, appunto, con un trattino.
Libero dal sistema simbolico della creazione esistente, il Poeta si trova nella possibilità di osservare la natura nella sua unità, nella sua "Tenebrosa e profonda unità" (vs 6 "Correspondances"), sull'immensa gamma delle corrispondenze, che saranno il tema della prossima poesia dei Fleurs. Il primo sonetto che troviamo nell'opera, testo famoso e molto commentato, soprattutto per la premessa teorica da cui derivano le sinestesie (ex: Profumo -olfatto- dolce -sapore- o: Sentire -udito- la bellezza -vista- ): Procedimento letterario più caratteristico del SIMBOLISMO, che ha inizio con Baudelaire e la sua poesia.
-Colesanti pensa che il trattino stia ad indicare che la poesia non esprime elevazione di tipo mistico, un'ascesi di estraniamento totale e definitivo dal mondo, ma di evasione, spirituale e sensuale al contempo, che permette, allontanandosi, di comprendere meglio la realtà terrestre dalla quale si prende le distanze. L'elevazione assume per il critico un valore di tipo esistenziale, morale, ma anche poetico ed ermeneutico. 
Come Richter sottolinea che l'ultimo vs della poesia vale già tutto il programma simbolista.  Infine, merito del poeta: Aver rinnovato e vivificato, per il contesto in cui le immette, espressioni ed immagini già da tempo entrate fra i luoghi comuni del romanticismo.





lunedì 2 gennaio 2012

L'albatros

Dipinto di Mauro Colombo. "Impura".
L'albatros è senza dubbio, una delle poesie più conosciute di Baudelaire, di quelle che si trovano praticamente  su ogni antologia.

Scrive Mario Richter in "Baudelaire, Fleurs du mal": " Le caractère incontestablement banal de ce poème quand on le lit isolément (comme on le fait d'habitude) prend sans aucun doute une signification différente dans le contexte des fleurs" - pag 67 ediz francese - 
"Il carattere incontestabilmente banale di questo poema, quando lo si legge isolatamente (come si fa di solito) prende senza alcun dubbio un significato diverso nel contesto dei fiori"

Data la semplicità del testo (pensiero condiviso da molti critici), il perno della discussione  ruota attorno alla data di realizzazione dell'opera.
  • Pubblicata nel febbraio del 1859, in un placard(Inserto) stampato a Honfleur -pochi esemplari-  insieme a "Le voyage" (che chiude, dalla 2° edizione, l' epico viaggio dei Fiori), e consegnato ad alcuni amici (Asselineau, Flaubert, Sainte Beuve, e Barbey D'Aurevilly)
  • Nell'aprile del '59 è pubblicata  nella "Revue Française", ancora una volta con "Le voyage".
  • Secondo alcuni amici, la poesia è stata composta durante il viaggio verso l'India del 1842 (Organizzato dal patrigno, ansioso di separarlo dall'ambiente bohème che il ragazzo frequentava, ma la mèta finale non sarà mai raggiunta dal poeta.) Stando a queste testimonianze, in prossimità dell' isola Bourbon,  Baudelaire assiste  ad un episodio crudo, molto simile a quello narrato: Un gruppo di marinai cattura un Albatros per divertimento e gli brucia gli occhi con la pipa. L'autore reagisce con veemenza ed indignazione in difesa dell'animale.
  • Secondo altri pareri, la poesia nasce nel 1859. Di certo è così per la terza strofa, aggiunta a mano su copie di bozze destinate ad alcuni amici (su suggerimento di Asselineau). E' presumibile che per l' occasione, egli abbia rivisto il testo modificandolo. Lo dimostra l'uso di termini come "Gouffre" e "Vaste", molto più usati durante la maturità. Ricordiamo che nel '59 scrive anche poesie del calibro di: "Le cygne" -dedicata a Victor Hugo, esule a Guersenay, nell'anno in cui Napoleone III gli cosente di tornare in Francia grazie ad un armistizio, ma "l'immenso vecchio", come lo chiama Flaubert, rifiuta di rientrare, incarnando così lo spirito della Repubblica agli occhi dei francesi, e meritandosi la stima, e anche un po' d'invidia da parte di Baudelaire, genio incompreso (e in sostanza, è proprio questo il tema della poesia!). Persino Hugo non sembra cogliere appieno la grande innovazione  nascosta nei versi  dell' allora quasi ignoto poeta, il cui nome era strettamente legato allo scandalo per via del processo ai fiori. In questo stesso anno "Les sept veillards" (i sette vecchi),  "Le voyage" ( Il viaggio) e altre poesie di alto livello.   
  • Visto l'impianto semplice e simmetrico della poesia -4 quartine di alessandrini a rime alternate- e data la semplice allegoria poeta/Albatros, Colesanti sostiene che la poesia risalga al periodo giovanile e che sia collegabile al suo viaggio in India. Egli non esclude però, che Baudelaire abbia letto "L'albatros" di Polydore Bounin, pubblicata nel 1838  su "Le sémaphore de Marseille" (Le sue fonti: Guiral e Pichois).
"Et là, triste victime à grand bruit méprisée,
 Des matelots grossiers misérable risée,
 Accroupi sur le pont,
 Sans pouvoir s’envoler tourmente sa pauvre aile...
 L’un prend entre ses doigts son bec pâle qu’il serre,
 À moitié l'étouffant,
 L’autre de son pied rude ignoblement le pousse..."
"E là, vittima triste disprezzata con grande scalpore
da marinai villani subisce miserabili scherni,
Accovacciato (L'albatros) sul ponte,
Senza potersi alzare in volo, tormenta la sua povera ala...
Uno gli prende il  becco smorto fra le dita e lo serra,
fin quasi a soffocarlo,

L'altro col piede rude, ignobilmente lo spinge..."

Gustave Doré. water-snakes.
Illustrazione del poema di Coleridge. "Il vecchio marinaio"
Si parla di un Albatros anche nella celebre: "The rime of the ancient mariner" di Samuel Taylor Coleridge, pubblicata nel 1798 come introduzione alle "Lyrical ballads" di William Wordsworth e dello stesso Coleridge. Troppo lunga per essere qui riportata, è la storia di un marinaio  che uccide un Albatros e per questo è maledetto, quindi è costretto, di tanto in tanto, a raccontare la sua storia ad estranei che incontra lungo la via, per liberarsi dal peso della colpa, a mo' di exempla. Il fine ultimo è infatti un invito ad amare le creature della natura perché amate da Dio.
Ps: Di questo poema non ho trovato menzione nelle critiche lette. 

All'interno di "Les fleurs du mal", L'albatros si trova oggi fra "Bénédiction" ed "élévation":
Nella prima edizione dei Fiori, la seconda poesia del libro era "Le soleil", che poi è diventata la seconda poesia della sezione 2: "Tableaux parisien", e lì assume un significato molto più ricco (in termini di interconnessioni testuali) che se fosse rimasta dov'era in principio. 
Con "Bénédiction", come sottolinea Mario Richter (che a questa poesia dedica poco spazio), ha in comune lo "spleen", dunque la sensazione del poeta isolato e incompreso (vedi vs 31-32 di "Benedizione": in sintesi: Tutte le persone amate dal poeta, gli mostrano la loro ferocia, come fanno i marinai con l'animale indifeso)

Rispeto alla seconda ("Elevazione") secondo Colesanti, questa poesia contribuisce a creare un maggiore stacco in vista dell' "idéal", che è l'altro aspetto dell'irrisolvibile dualismo (Spleen-idéal), questo perché accentua il senso di "Caduta", di solitudine e diversità rispetto agli altri, laddove in élévation, il tono dominante, a partire dal titolo, è "l'idéal".

METRO: 4 quartine di alessandrini a rime alternate.
L'albatros


Strofa 1:
Souvent, pour s'amuser, les hommes d'équipage -A
Prennent des albatros, vastes oiseaux des mers, -B
Qui suivent, indolents compagnons de voyage, -A
Le navire glissant sur les gouffres amers. -B

Spesso, per divertirsi, i marinai-1
Catturano Albatri, grandi uccelli di mare,-2
Che seguono, indolenti compagni di viaggio,-3

La nave che scivola gli abissi marini-4


L'albatro appartiene a una categoria di uccelli marini di grandi dimensioni, e di tipologie diverse. Le sue ali possono raggiungere, se pienamente dispiegate, i 4 metri di larghezza.

1 La prima strofa inizia con un'aneddoto: "Souvent", cioè "Spesso": termine che enfatizza la crudeltà gratuita dei marinai. Gli albarti invece, "Vasti" uccelli di mare, seguono la nave come "indolenti" compagni di viaggio

2-4 "Vastes" e "Gouffres" sono due termini che ritroveremo spesso nella poesia di Baudelaire, soprattutto nelle poesie scritte nel periodo della maturità.

Gouffre (definizione del termine nel dizionario Zanichelli "Il boch")
s. m.

1 baratro, voragine (f.): gouffre béant, baratro spalancato
2 gorgo, vortice marino
3 (fig.) abisso: le gouffre du désespoir, l'abisso della disperazione; être au bord du gouffre, essere sull'orlo
                       dell'abisso
4 (fig.) rovina (f.): ce procès est un gouffre, questo processo è una rovina; cet homme est un gouffre,
                              quell'uomo ha le mani bucate
5 (geol.) inghiottitoio
6 (geol.) fossa (f.): gouffre sous-marin, fossa sottomarina.


Strofa 2:
À peine les ont-ils déposés sur les planches, -C
Que ces rois de l'azur, maladroits et honteux, -D
Laissent piteusement leurs grandes ailes blanches -C
Comme des avirons traîner à côté d'eux. -D

Appena li hanno deposti sulla planca,-5
Questi re dell'azzurro, vergognosi e timidi,-6
se ne stanno tristi con le grandi ali bianche-7
penzoloni come remi ai loro fianchi.-8

6: L'azzurro assume in poesie come quella di Mallarmé ("L'azur" 1864) si sottolinea la "serena ironia" di un cielo azzurro e vuoto, perché privo di Dio.

Azzurro è in Baudelaire il colore del cielo, ma anche quello del mare, cioè due dei rarissimi elementi naturali amati dal poeta (Pensiamo al ruolo della natura propriamente detta per i poeti romantici! Lamartine dedica un'intera poesia a un lago e alla natura tutta. Baudelaire al contrario, in poesie come "Rêve parisien" (Sogno parigino) (sez. 2, N° 102 )  
scrive:
 "Le sommeil est plein de miracles!
Par un caprice singulier,
J'avais banni de ces spectacles
Le végétal irrégulier..." [vs 4/8] 
Traduzione:
"Il sonno è pieno di miracoli! Per uno strano capriccio, avevo bandito da queste visioni, i vegetali irregolari"
La cosa mi ricorda: 
  •  Huysmans e il celebre "A ritroso" -1884- romanzo decadente, in cui il personaggio Des Essenties è in lotta perenne contro tutto ciò che è naturale, cercando di trasformarlo in artificiale. (Emblematica la tartaruga incastonata di pietre preziose, anche se la complessa operazione "chirurgica" era già stata compiuta nel 1862, quando Flaubert aveva incastonato dei pesci con pietre  preziose nel celebre "Salammbò", che secondo Leconte de Lisle, è il più parnassiano fra tutti i romanzi. Anche la descrizione del palazzo di Amilcare ricorda i toni del sogno capriccioso di Baudelaire.)
  • Theophile de Gautier, cultore dell'arte parnassiana, al quale il poeta dedica i suoi fiori malaticci -e Flaubert gli dedica "Mme Bovary", nella raccolta "smalti e cammei", frutto di 20 anni di lavoro, una poesia in particolare: "L'art", funge da manifesto di questo tipo di componimento. Si tratta di un testo che, a sua volta, predilige tutto ciò che è innaturale e frutto di duro lavoro. I Camei del titolo per esempio, sono delle figure, generalmente donne di profilo, ricavate dall'intarsio di pietre dure e preziose.

L'azzurro torna anche in altre poesie di Baudelaire. Penso a "Le cygne" (4° poesia della seconda sez)
vs: 24/28
"Vers le ciel quelquefois, comme l'homme d'Ovide,
vers le ciel ironique et cruellement bleu,
Sur son cou convulsif tendant sa tète avide,
Comme s'il adressait des reproches à Dieu!" 
"Verso il cielo, a volte, come l'uomo di Ovidio, verso il cielo ironico e blu, dritto sul collo convulsivo e avido, come se rivolgesse dei rimproveri a Dio!"
La poesia dedicata a Hugo, è indirettamente una critica ai lavori del barone Hausmann, svolti per volere di Napoleone III. 
Dice nei vs 7/8 della stessa poesia:
"Le vieux Paris n'est plus (la forme d'une ville/change plus vite, hélas! Que le coeur d'un mortel)" ovvero:
"La vecchia Parigi non esiste più (La forma di una città/cambia più velocemente, haimé! del cuore di un mortale)"
Un punto di vista opposto rispetto alla visione statica ed immutabile che Lamartine ha della natura:
"Ô lac ! rochers muets ! grottes ! forêt obscure!/Vous que le temps épargne ou qu'il peut rajeunir,/Gardez de cette nuit, gardez, belle nature,/Au moins le souvenir !" vs 45/48

"O Lago! Rocce mute! Grotte! Foreste oscure! Voi che il tempo ha risparmiato o che può ringiovanire/ conservate il ricordo di questa notte, conservate, bella natura, almeno il ricordo!"

Strofa 3:
Ce voyageur ailé, comme il est gauche et veule! -E
Lui, naguère si beau, qu'il est comique et laid! -F
L'un agace son bec avec un brûle-gueule, -E
L'autre mime, en boitant, l'infirme qui volait! -F

Com'è buffo e docile questo viaggiatore alato!-9
Lui, poco prima così bello, com'è comico e brutto ora!-10
Uno gli stuzzica il becco con la pipa,-11
L'altro zoppicando, scimmiotta l'infermo che volava!-12

11- Questo tipo di pipa ha una canna molto corta. 
Se la prima strofa, iniziando con "Souvent", parla di un fatto abituale e grottesco ma generico, la seconda strofa si sofferma su un caso specifico. Nella terza strofa, aggiunta nel '59, da più forza alla composizione, sottolineando la posizione d'impotenza dell'animale, che nel vs 6  è definito "Re dell'azzurro", nel vs 13 "principe delle nuvole", ma in questa quartina è "Buffo e docile". Un tempo bello e ora brutto, e soprattutto, è vittima della violenza gratuita dei marinai. 
Se consideriamo la barca come microcosmo del mondo, i marinai sono il simbolo dell' umanità che tendenzialmente aggredisce ciò che non comprende. Da cui la metafora, ancora sottintesa, col poeta, a sua volta incompreso.
Nell'ultima strofa la metafora si palesa. "Il Poeta è simile al principe delle nuvole"


Strofa 4:
Le Poète est semblable au prince des nuées -G
Qui hante la tempête et se rit de l'archer; -H
Exilé sur le sol au milieu des huées, -G
Ses ailes de géant l'empêchent de marcher. -H

Il Poeta è come il principe delle nubi-13
Che sfida la tempesta e ride dell'arciere;-14
Ma, in esilio, sulla terra, tra gli scherni,-15
Le sue ali da gigante gl'impediscono di camminare.-16

La Maiuscola serve di solito ad allegorizzare il soggetto, e compare spesso nei fiori. Qui è come se l'animale si trasformasse nel poeta, e viceversa. Emblematico il finale: Le sue ali da gigante non gli permettono di volare, perché intrappolate in un ambito troppo stretto.
Dicevamo, una poesia all'insegna dello Spléen. Al contrario "Elévation" volge all'insegna dell' Idéal.

Appunti.
Qui di seguito, una versione inglese della poesia:
The Albatross
Often, to amuse themselves, the men of the crew
Catch those great birds of the seas, the albatrosses,
lazy companions of the voyage, who follow
The ship that slips through bitter gulfs.

Hardly have they put them on the deck,
Than these kings of the skies, awkward and ashamed,
Piteously let their great white wings
Draggle like oars beside them.

This winged traveler, how weak he becomes and slack!
He who of late was so beautiful, how comical and ugly!
Someone teases his beak with a branding iron,
Another mimics, limping, the crippled flyer!

The Poet is like the prince of the clouds,
Haunting the tempest and laughing at the archer;
Exiled on earth amongst the shouting people,
His giant's wings hinder him from walking.
 Geoffrey Wagner, Selected Poems of Charles Baudelaire (NY: Grove Press, 1974)




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